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Migliorarsi

Metti il Turbo alla Tua Impresa!

Febbraio 22, 2020by Christian Salerno (Krikko)1 commento

fatture-in-cloud

Il contesto economico italiano in cui ci troviamo vede in gioco circa 4 milioni e 450 mila Piccole e Medie Imprese. Di queste, un buon 20% fallisce al terzo anno di vita, ed il 40% non supera indenne il quinto anno. 

Ma quali sono le cause di questa mortalità precoce?

Un dato importante che può aiutarci a comprenderne le cause è la struttura delle PMI italiane. La maggior parte di esse, circa il  99,4% è costituito da microimprese, ovvero imprese con un numero di addetti inferiore a 10 (94,8%). Il restante 4,6% è costituito da piccole imprese con più di 10 addetti.

Ne consegue che nella maggior parte dei casi è l’imprenditore stesso a doversi occupare di tutto, dalle questioni operative a quelle burocratiche, tra cui:

  • gestire i rapporti con i clienti; 
  • gestire i rapporti con i propri collaboratori;
  • fare team building;
  • occuparsi delle pratiche legate a obblighi di legge (es. sicurezza sui luoghi di lavoro, formazione del personale, sicurezza alimentare e haccp, etc.);
  • gestire la fatturazione e gli aspetti burocratici.

È quindi fondamentale organizzarsi al meglio in modo tale da riuscire a fare per il maggiore tempo possibile l’imprenditore – cioè colui che si occupa del Marketing dell’azienda – e delegare il più possibile le attività secondarie. 

In questi ultimi anni ho capito che l’unico modo per dedicare più tempo al mio lavoro è ottimizzare la gestione di tutte le pratiche burocratiche. All’inizio utilizzavo i fogli excel per fare i preventivi e le fatture ma questo generava spesso confusione: 

  • dovevo appuntarmi continuamente i numeri delle fatture;
  • non avevo un database in cui poter ricercare velocemente i clienti;
  • non avevo l’aggiornamento in tempo reale del mio fatturato;
  • non avevo processi automatici e veloci, era tutto manuale;
  • non avevo la possibilità di trasmettere la mia contabilità in tempo reale al mio commercialista;
  • e molto altro.

Con la crescita del mio fatturato è diventato praticamente impossibile riuscire a starci dietro e ho dovuto cercare un sistema automatico per gestire la fatturazione.

Così mi sono messo alla ricerca di sistemi che permettessero di rendere il tutto più “leggero e veloce”. Dopo vari tentativi (andati a male) e dopo essermi consultato con colleghi, sono arrivato a conoscenza di Fatture in Cloud. Posso creare preventivi e fatture anche quando sono fuori ufficio perché posso utilizzare l’Applicazione direttamente dal mio Smartphone. 

L’applicazione consente di attivare delle notifiche per segnalare F24 da pagare, altre scadenze e di attivare automaticamente l’invio di solleciti di pagamento ai miei clienti, senza doverci pensare ogni volta. Funziona tutto in automatico, basta impostare il software secondo le mie esigenze.

Un altro aspetto vantaggioso è la possibilità di seguire in tempo reale l’andamento dei miei guadagni. Il software mi permette di visualizzare subito quali prodotti/servizi hanno influito di più sul mio fatturato e quali sono state le spese più importanti. 

https://www.youtube.com/watch?v=isfuFMGrH5I

Quello che mi ha spinto a provare Fatture in Cloud è stata la possibilità di testare il software gratuitamente (e puoi farlo anche tu se sei nel regime forfettario). Il servizio è del valore di €200 l’anno + IVA ma puoi accedere gratis.

Fatture In Cloud aiuta i regimi forfettari perché consente di: 

  • creare fatture e preventivi fuori ufficio o dal cliente in modo facile e veloce grazie all’applicazione scaricabile su android e iOS;
  • inviare solleciti di pagamento anche automatici ai clienti smemorati;
  • segnalare delle scadenze: Fatture In Cloud  ricorda in automatico quando stanno per scadere i pagamenti in entrata e uscita, i moduli F24 e le tue scadenze personalizzate;
  • avere un collegamento diretto con il commercialista, dandogli accesso all’account così da risparmiare molto tempo ed evitare errori;
  • avere un commercialista a disposizione (per chi non ne dispone): Fatture in Cloud sceglie un commercialista presente nella tua zona in base alla sua esperienza con i clienti Fatture in Cloud.

Se hai qualche dubbio in merito scrivimi pure un commento qui sotto, ti risponderò il prima possibile. È ora di mettere il turbo alla tua impresa!

firma per computer

Guadagnare, Vendere

Differenziare il Prodotto per Aumentare le Vendite Online

Giugno 7, 2019by Christian Salerno (Krikko)Nessun commento

Uno dei modi più efficaci per generare rendite online è quello di realizzare un prodotto informativo e metterlo sul mercato. Anche 10 anni fa questo tipo di Business funzionava alla stessa maniera ma con una differenza sostanziale: la qualità dei prodotti era scadente.

Non ti racconto quanti e-book e videocorsi ho acquistato e buttato direttamente nel cestino (del computer). Si trattava di e-book di 20-30 pagine in cui non ci era racchiuso proprio nulla!! E i videocorsi? Beh, i videocorsi duravano 40 minuti e non contenevano nulla di interessante.

Se oggi provi a immettere sul mercato un prodotto di questo tipo, il tuo Business si arresta in pochi secondi. Perché?

Perché oggi, a differenza di tanti anni fa, non puoi non metterci la faccia. La faccia è tutto. Con la faccia fai capire alle persone che si possono fidare. Con la faccia fai capire che credi in quello che sponsorizzi, con la faccia fai crollare le difese delle persone.

Ma metterci la faccia non è l’unico ingrediente che farà impennare le vendite del tuo prodotto. Ci vuole un’altra cosa molto importante: la differenziazione.

Prima di realizzare un prodotto devi sempre chiederti: cos’ha di diverso il mio prodotto?

Non deve essere la brutta copia di quello della concorrenza. Deve essere diametralmente opposto. Deve avere uno scopo ben preciso e una caratteristica ben precisa. Solo grazie a quella caratteristica riuscirai a farci sopra del buon Marketing. 

Mettiti sempre nei panni del potenziale cliente e domandati: perché dovrei scegliere quel prodotto e non quell’altro? 

Tu, devi essere in grado di fornire la tua spiegazione alla grande, senza dover arrampicarti sugli specchi. Il tuo prodotto deve essere differente. Attenzione che differente non significa obbligatoriamente migliore. Differente significa diverso. Nel mercato non vince sempre chi ha il prodotto migliore, altrimenti non i McDonald’s sarebbero chiusi, no?

Pensa ad Arisa, te la ricordi? Era quella che a Sanremo cantava il brano sincerità. Ti ricordi com’era truccata e com’era vestita? Ti ricordi come cantava? Ti ricordi anche cosa cantava?

In quell’edizione di Sanremo tutti cantavano le classiche canzoni alla Sanremo, cioè strappalacrime, canzoni di amori finiti, di temi forti come l’omosessualità e l’aborto. Arisa se ne esce fuori con un brano in stile anni 50 e … boom!! Fa centro!

Ha fatto centro perché è diversa. È la diversità che premia. Una volta che il mercato ti avrà “riconosciuto” non avrai più bisogno di esserlo. Pensa agli Huawei. Fabbricava Smartphone cinesi low-cost. È entrato a gamba tesa nel mercato e le persone lo hanno percepito e riconosciuto. Una volta fatto, Huawei è stato libero di aumentare i prezzi fino ad arrivare anche a €1400 per singolo Smartphone.

Arisa, così come Huawei, una volta affermata nel mercato è potuta diventare quello che davvero voleva, ovvero sé stessa. Oggi non ha più bisogno di trucco, capigliatura e vestiti in stile anni 50 ma canta essendo semplicemente sé stessa (ed ha anche una gran voce).

Andando oltre oceano mi viene in mente anche Lady Gaga. Ti ricordi quando è uscita? Sembrava una matta uscita dal manicomio. Oggi, una volta essersi affermata, può essere finalmente sé stessa e cantare anche canzoni d’amore sdolcinate.

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Affiliazioni, Guadagnare

Guadagnare con le Affiliazioni nel 2019

Maggio 11, 2019by Christian Salerno (Krikko)Nessun commento

Da sempre ho utilizzato le affiliazioni come risorsa per generare entrate online. 

Nel corso del tempo il guadagno con le affiliazioni è cambiato e di non poco. Ricordo come se fosse ieri l’anno 2011. Avevo iniziato da poco a fare l’affiliato e stavo utilizzando Google Adwords per pubblicare annunci sui prodotti che andavo a sponsorizzare.

All’epoca era possibile direttamente fare cassa portando gli utenti sull’annuncio e l’annuncio riportava direttamente alla landing page creata dal merchant (ovvero colui che ha creato il prodotto). Era una favola! Potevi guadagnare sin da subito, anche due ore dopo. Sceglievi il prodotto, creavi l’annuncio, aspettavi che l’annuncio venisse pubblicato e… cash!

Oggi per sfortuna (o fortuna) le cose funzionano diversamente. Non è più possibile realizzare un tipo di pubblicità a pagamento così diretta, ma devi passare per delle pagine realizzate da te. Ecco che sono nate le cosiddette pagine Advertorial.

Ma come puoi immaginare non può essere così semplice e filare tutto così liscio. Anche (e soprattutto) nel marketing d’affiliazione ci sono problemi. I problemi principali sono dati dal fatto che tu non controlli il prodotto. Essenzialmente, dal punto di vista di gestione del prodotto, non sai nulla. Non sai per quanti anni rimarrà in commercio, non sai se verrà aggiornato, non sai se verrà spostato su di un’altra pagina, non sai se verrà ritirato e così via.

Tutto questo non sapere ti porta ad avere difficoltà nel pianificare. È difficile impostare delle strategie su qualcosa che non ti dà certezza. Motivo per cui mi sono ritrovato molte volte a dover ripartire da zero. Sceglievo un prodotto, iniziavo a sponsorizzarlo con tutti i canali (blog, youtube, facebook, email) e dopo qualche mese il prodotto non era più disponibile. Ecco che dopo il danno anche la beffa. Non solo non guadagnavo più nulla da quel prodotto, ma dovevo anche andare a sistemare tutto il casino che avevo messo in piedi.

Dovevo cancellare i post su Facebook, dovevo andare manualmente in tutti i miei articoli e rompere i link non funzionanti e dovevo cancellare i link presenti su Youtube. Insomma, una giornata intera di lavoro andava via solo per sistemare i danni che aveva creato la scomparsa di quel prodotto dal mercato.

Il prodotto affidabile

Se vuoi utilizzare l’Affiliate Marketing come metodo di guadagno, allora devi assicurarti di scegliere un prodotto affidabile. Non puoi permetterti di scegliere un prodotto di dubbia provenienza e dubbia qualità. Devi puntare sul sicuro.  Investirai del tempo, delle risorse e delle energie nel promuovere quel prodotto (o servizio), non puoi permettere che, da un giorno all’altro, quel prodotto non ci sia più. Ecco perché devi puntare su aziende forti e robuste.

Quindi Krikko, a quale prodotto mi consiglieresti di affiliarmi?

Beh, ce ne sono parecchi di buoni. Dipende qual è la tua nicchia. Se per esempio hai già una community che ti segue, e ti segue perché tratti temi con il makeup, difficilmente riusciresti a vendere alla tua community un autorisponditore.

Quindi il primo passo è scegliere il prodotto giusto per la tua community. 

Se invece non hai già una community, paradossalmente il discorso è più facile. Non sei costretto a scegliere il prodotto per la tua nicchia, ma puoi scegliere il prodotto che più ti piace e che ti dà il maggior margine di guadagno, e impostare una strategia di comunicazione e marketing attorno a quel prodotto.

Ecco alcuni dei prodotti più redditizi da cui partire:

  • SemRush: è uno dei software più potenti per quanto riguarda l’analisi di mercato. Ha dei prezzi che vanno dai €99 fino ai €399 e tu hai una provvigione del 40% ricorrente. Ciò significa che se fai sottoscrivere un piano di €199, il tuo guadagno è di €79 ogni mese.
  • Aweber: l’autoresponder più redditizio di sempre. I suoi piani vanno da €19 al mese a €149+. Il tuo guadagno è del 30% ed è ricorrente. Se l’utente sottoscrive, tramite il tuo link affiliato, l’abbonamento da €49, il tuo guadagno è di €15 tutti i mesi.
  • Supermetrics: è il modo migliore per connettere i dati relativi ad un sito web: analytics, ads, seo. I piani d’abbonamento vanno dai €19 fino a €190. La tua percentuale è del 20% Lifetime.
  • Bluehost: per coloro che vogliono aprire un sito web e hanno bisogno di uno spazio web, Bluehost è la soluzione migliore. Per te, €65 per ogni utente che si iscrive alla piattaforma tramite il tuo link.
  • Leadpages: per tutti coloro che hanno bisogno di realizzare delle landing page professionali. I piani vanno da €25 a €199 al mese. La tua percentuale ricorrente è del 30%.

Associati al brand/prodotto che hai scelto

Una volta che hai finalmente scelto il prodotto che meglio ti rappresenta, è il momento di metterci la faccia. Non farti troppe pippe mentali! Devi farti vedere e devi essere riconoscibile dalla gente (motivo per cui un certo Alfio Bardolla si veste sempre con un maglioncino color arancio).

Se pensi “chissà cosa pensa la gente di me” oppure “se qualche mio conoscente dovesse vedermi in queste vesti poi… mi prenderà in giro!” allora lascia stare, non fa per te!

Devi essere un punto di riferimento per le persone e non puoi esserlo se non ti fai vedere e non ci metti la faccia. Adesso è il momento per emergere, domani può essere troppo tardi. Oggi molte persone hanno ancora i blocchi mentali sull’apparire in video, hanno ancora problemi con la tecnologia (non sanno come editare un video, come caricarlo su Youtube e così via). Un domani però, quando queste persone si sveglieranno, ti passeranno davanti. Perciò non avere paura del giudizio degli altri, fregatene!

Tu sai che la mia prima attività è quella del Pianista. Tengo concerti in giro per l’Italia e credo che sia uno dei lavori più belli del mondo. Ora immaginati quando uno appassionato del pianoforte si ritrova davanti ad un mio video dove gli insegno alcuni modi per guadagnare online o l’affiliate marketing. Secondo te qual è la sua reazione? Di sdegno? A voglia!

Non immagini quanti commenti ricevo ogni giorno con la solita frase ebete del tipo “Ma tu mica suonavi il pianoforte?”

Quindi, fai il tuo percorso senza curarti degli altri. Quando otterrai poi i risultati, noterai dove sei arrivato e guardandoti alle spalle vedrai che quella gente è ancora lì a rosicare e criticare contro tutto e tutti.

Se parti dall’inizio e vuoi intraprendere il percorso da Affiliato, allora puoi dare un’occhiata a questo corso base sulle affiliazioni che ho realizzato.

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Guadagnare, Vendere

Perché Brandizzare ogni tuo Prodotto e Infoprodotto?

Aprile 8, 2019by Christian Salerno (Krikko)Nessun commento

Ogni singolo prodotto deve essere brandizzato e, riportato al nostro esempio di musicisti, se sono un insegnante e voglio realizzare una serie di lezioni, spesso l’errore che si fa è questo: si offrono delle lezioni ad un certo prezzo senza offrire alternative.

Sarebbe, invece, necessario offrire vari pacchetti: infatti, bisogna dare la possibilità a chi vuole spendere di più, a chi vuole imparare prima, a chi vuole fare meglio…

Io, ad esempio, sono uno di quelli abituati a prendere anche cose che costano 5 volte di più ma che so che funzionano sicuramente e che mi durano.

Se non dai possibilità alle persone che vogliono ottenere risultati subito, sbagli.

Quando qualcuno inizia a suonare uno strumento, è affamato, magari ha sentito qualcuno suonare bene un pezzo e domani vuole fare lo stesso: vuole farlo subito e quindi devi dargli questa possibilità.

Ad esempio, puoi dirgli che insegni a 100 euro al mese ma che con 500 euro al mese avrà due lezioni a settimana, delle video lezioni che può consultare per vedere se ha fatto bene gli esercizi a casa o, ancora, delle chiamate su Skype: in pratica, lo convinci a prendere questo “pacchetto” proprio perché vuole imparare prima.

Dovete dare la possibilità a chi vuole fare l’upgrade, di farlo.

All’interno del tuo piano di insegnamento, ogni piano deve avere un nome: avete presente quando andate nei siti e ci sono i vari pacchetti (Silver, Platinum…)??

Ecco, quello è fatto bene!

Infatti, i nomi generici non piacciono alle persone ma bisogna brandizzare cioè dare un marchio ad ogni singola cosa.

Ad esempio, noi su pianosolo.it stiamo per realizzare una nuova sezione dove stiamo cercando di creare una Università online per pianisti: quindi, chi vuole, si iscrive, paga un abbonamento e riceve le lezioni passo per passo, tutte realizzate per essere seguite.

Anche lì ci saranno vari pacchetti: non li abbiamo chiamati “piano base”, “piano avanzato” o “piano intermedio” e nemmeno “Platinum” o “Gold” ma il pacchetto base ha un certo nome, oppure quello intermedio si chiama “Pianosolo bravo” e quello avanzato “Pianosolo maestro”.

Già solo a sentire il nome “Pianosolo maestro”, una persona sarà molto incentivata ad iscriversi!! Infatti, la gente vuole sentirsi “figa”.

Prendiamo l’esempio del karatè: una persona si gasa se ha la cintura marrone (rispetto ad un’altra che ha quella bianca) proprio perché ha lavorato più di lui.

All’interno della musica questa cosa viene un po’ a mancare ma già nell’ambito del mondo scacchistico (io sono un grande appassionato di scacchi), ci sono diverse categorie e dopo un po’ che batti gli avversari, sali di categoria (candidato maestro, maestro, maestro internazionale, gran maestro).

E’ come se fosse un sistema a diversi livelli, proprio come i vari livelli di un video giochi.

Quindi, ogni cosa che fate, ogni servizio deve essere brandizzato, deve avere un nome ben chiaro, deve essere pensato a monte: non si può offrire un pacchetto in più “improvvisando” ma questo deve avere un nome figo e accattivante che magari non c’entra nemmeno nulla con quello che si offre.

Ad esempio, questo è un corso di autopromozione per musicisti e si chiama Apollo 2.0, cosa vuol dire? Niente, però ti rimane in mente perché ha un significato e ci puoi fare marketing sopra.

Se io dico “Fra un mese c’è il corso di autopromozione del musicista”, questo nome non ti dice niente, sembra un corso uguale a tanti altri corsi di promozione.

Questo, invece, è Apollo 2.0: è diverso.

Non è diverso dagli altri come corso però nella mente della persona che vi partecipa è diverso dagli altri anzi, in realtà, io spero che sia diverso e migliore rispetto agli altri corsi.

E’ tutta una questione di percezione. Poi, in realtà, dietro al nome Apollo 2.0 ci sono altri significati: ci ho messo un giorno per pensare solo al nome…

Apollo, il Dio della musica, l’uomo che sbarca sulla luna (e quindi qualcosa di innovativo) ed, infine, per far capire che si parla anche di web, 2.0.

Un esempio che mi ha colpito è questo di questa palestra, la 20 Hours club:  quando offrono un programma di allenamento, non lo chiamano “Programma intensivo” ma “Full Metal fitness”, il programma per chi vuole davvero lavorare.

E’ un nome “tamarro” ma ricorda l’utilizzo di attrezzi di ghisa, primordiali e che fanno pensare “Se seguo questo programma, divento sicuramente figo”.

Nella mente di una data persona, i nuovi attrezzi sono da “fighetto”: non fanno spaccare la schiena, sono pensati bene ma non hanno significato per noi rispetto alle “cose rudi”.

Lo hanno chiamato “Full Metal fitness” anche per richiamare il famoso film e i soldati. Un altro esempio: perché la gente si iscrive a Krav maga?

Perché lo fa l’esercito israeliano ed è proprio per questo che si vedono sempre più in giro persone con i pantaloni militare: la gente vuole sentirsi figa. Per questa palestra è lo stesso concetto: se voglio tornare in forma per l’estate, sicuramente vado qua.

Quando vado al Mc Donald’s non dico “Mi dai il panino con il bacon” ma c’è il Grand Crispy McBacon, il Chicken country, il Mc Muffin Bacon & Egg. Sono nomi fighi e si rigenerano sempre perché Mc Donald’s continua a cambiare panini ogni tanto per dare un po’ di novità…

E comunque, ogni panino ha un nome perché su quel nome si può creare marketing, si può fare pubblicità, si può dire che è speciale. Se non ci fossero questi nomi e dicessi “Il panino con il bacon è speciale”, in pratica si farebbe pubblicità a tutti i panini con il bacon!

In realtà, si vuole fare pubblicità specificatamente al proprio panino, alla propria azienda e alle proprie risorse e non fare il buon samaritano. Quando ho fatto un video su Facebook un anno fa dal titolo “Perché tuo figlio dovrebbe studiare musica”, questo ha fatto qualcosa come 11 mila condivisione, visualizzazioni infinite (forse hanno superato 1 milione) e non sapete quante persone nei commenti hanno scritto (soprattutto insegnanti di musica): “Grazie, così con questo video lavoriamo anche noi”.

Ma tu aspetti che sia qualcun altro a fare incrementare il tuo lavoro oppure potevi farlo anche tu questo video?

E, fra l’altro, la gente ha visto il video dove spiego perché è importante studiare musica e sono piaciuto io e non sei piaciuta tu…che è diverso: io ci ho messo la faccio e il mio personal branding.

firma per computer

Blog, SEO

Digital Marketing e Retargeting: Cosa sono?

Febbraio 22, 2018by Christian Salerno (Krikko)Nessun commento
marketing digitale

Ti è mai capitato di visualizzare un prodotto in un e-commerce (Amazon, Shopify ecc…) e dopo pochi giorni, di vedere sempre ed incessantemente la pubblicità di quel prodotto ovunque tu navighi? Nel tuo server di posta, mentre sei nell’home di Facebook e così via.

Ecco, quando questo accade, significa che sei stato oggetto di una campagna di retargeting. 

Proprio l’altro giorno ho acquistato un dominio e spazio web su BlueHost e continuo a vedere sconti e pubblicità su Bluehost per acquistare altro spazio web, ma non solo!! Nella mia casella di posta (con cui mi sono registrato al sito) mi arrivano offerte provenienti da mittenti di dubbia realtà, che mi invitano a cliccare su link (di dubbia qualità), in cui mi promettono un blog wordpress per 0€ al mese. Wow, fantastico! Si tratterà certamente di attività di phishing.

Prima di parlare di retargeting, dobbiamo parlare di un’altra cosa molto importante, ovvero della differenza fra web marketing e digital marketing. 

Il passaggio dal web marketing (ieri) e il digital marketing (oggi) è avvenuto tra il 2015 e il 2016. In particolare questo tipo di evoluzione è stata legata a:

  • uso di dispositivi mobili come smartphone, tablet ecc…
  • crescita importante dei social network e dei sistemi di messaggistica (WhatsApp, Telegram ecc…)

Se il web marketing basava la propria strategia essenzialmente sugli utenti che utilizzavano computer fisso e computer portatile e che quindi accedevano alle informazioni tramite un browser, il digital marketing invece include tutte le strategie per tutti i dispositivi e le piattaforme utilizzate.

Anche il monitoraggio è cambiato. Si è passati da strumenti di web analytics (Google Analytics) a piattaforme di tracciamento per la raccolta dati da qualsiasi dispositivo. È dunque la raccolta dati il punto forte del digital marketing. 

Così come noi siamo disposti ad investire nella pubblicità per ottenere un indirizzo email in più, al quale poter inviare i nostri contenuti e successivamente le nostre offerte, così, coloro che fanno digital marketing investono per ottenere tutti i dati possibili di una persona. Più il profilo di una persona è specifico, meglio funzionerà la pubblicità.

Dunque è necessario conoscere l’orientamento sessuale, l’età, gli interessi, gli hobby, il lavoro che l’utente svolge ecc… Ecco, tutti questi dati noi li forniamo gratuitamente a Facebook quando inseriamo per chi lavoriamo o i lavori precedentemente fatti, quando inseriamo il nostro stato sentimentale, quando mettiamo un like innocente ad una pagina e così via.

Pensa che in Cina il buon Mark Zuckerberg ha avuto un’idea geniale. Nelle grandi metropoli c’è veramente tanto traffico. Immaginate il traffico di Milano, Roma e Napoli messi insieme nell’ora di punta. Quindi si scorre più facilmente con una bicicletta, rispetto ad un’auto o uno scooter.  Perciò ha piazzato delle aree in cui poter noleggiare gratuitamente delle biciclette (marchiate Facebook) in cambio del rilascio dei dati. Pensa quanto sono importanti i dati nel digital Marketing. 

Ti starai domandando: non poteva acquisire i dati direttamente dall’iscrizione a Facebook? Purtroppo no perché in Cina è uno dei tanti siti vietati dal governo. Tuttavia, quando uno è un genio, riesce a scavalcare qualsiasi tipo di ostacolo.

Hai in mente quando utilizzi la tua impronta digitale per sbloccare il tuo telefono? Quelle sono tutte informazioni che tu regali gratuitamente. La Apple è stato in grado di prendere le impronta digitali di tutti i suoi clienti senza mai dovergliele chiedere, geniale.

Da questa immagine sopra si evincono diverse cose. Il Web Marketing portava a mostrare l’offerta a chi in quel momento effettuava una ricerca. Con il digital marketing, invece, si identificano tutti i potenziali clienti interessati ad un determinato prodotto, con lo scopo di mostrare più volte quel prodotto e convincerlo infine all’ordine.

  • Un utente entra nel mio sito, blog, e-commerce, in cerca di un dato prodotto;
  • Lo guarda per qualche secondo, magari lo aggiunge anche nel carrello ma poi decide di lasciare il sito;
  • A quel punto creiamo un inserzione per quel dato utente in modo tale da mostrargli il nostro prodotto in modo persuasivo;
  • Gli mostriamo quel prodotto praticamente ovunque;
  • Alla fine l’utente procede all’acquisto.

Nel Web Marketing funziona in questo modo. Un utente cerca su Google “Pianoforti digitali” e il motore di ricerca gli dà i risultati inerenti alla sua parola chiave, con relativi annunci pubblicitari. Nel Digital Marketing, invece, vengono identificati tutti gli utenti possibilmente interessati ad un pianoforte digitale (indipendentemente dalle sue ricerche su Google) e gli verrà mostrato il pianoforte digitale più inerente alla sua personalità. Se è una persona che spende molto e non bada a spese pur di avere il prodotto di marca e di qualità, allora gli verranno mostrati i pianoforti di categoria top, e così via. Il Digital Marketing crea annunci su misura dell’utente. Ecco perché si parla di pubblicità intelligente. 

Addio computer desktop

Gran parte dei consumatori oggi non utilizza più il computer fisso, a mala pena quello portatile o il notebook. Predilige lo Smartphone e il tablet per navigare. Proprio per questa ragione, chi inizia ad intraprenderà un’attività online oggi, deve iniziare prima a pensare al mobile e poi a tutto il resto. Secondo gli studiosi, presto la realtà diventerà only mobile, come in Cina, dove i consumatori non hanno un computer e usano il loro dispositivo mobile per ogni tipo di operazione online.

Il mobile esclude il predominio del browser, favoreggiando le app. Dunque per tracciare un utente non ci si avvale più dei cookie ma di nuovi sistemi (come quello dell’impronta digitale). Inoltre sono stati inseriti anche sistemi di tracciamento che facciano riconoscere l’utente quando passa da un dispositivo all’altro. Infatti quando navigo dallo smartphone, mi escono le pubblicità relative ai prodotti che cercavo sul computer fisso.

Retargeting 

Dunque il retargeting consiste nell’intercettare nella Rete, coloro che precedentemente hanno mostrato un certo interesse verso un determinato prodotto o servizio e di convincerlo ad acquistarlo. 

Alcuni, oggi, credono che per guadagnare online basti aprire un e-commerce e iniziare a vendere prodotti. Poi pagare qualche esperto di SEO che lo posizioni fra le prime pagine di Google e sono a posto. Forse 5-10 anni fa poteva funzionare. Oggi no. Anche un e-commerce richiede spese pubblicitarie, spese di tempo e di denaro per realizzare contenuti (content marketing) atti ad informare gli utenti su cosa offrono i tuoi prodotti e perché si differenziano dagli altri concorrenti.

Gli utenti che dopo aver visionato il tuo e-commerce escono dal sito senza comprare, rappresentano proprio l’obiettivo del retargeting. 

Fonte: Retargeting. Strategia di digital marketing per l’e-commerce.

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