Con il termine scaling si intende scalare. Scalare cosa?
Si sta prendendo in considerazione quel momento in cui abbiamo lanciato una campagna pubblicitaria che ha un ROI positivo e ne aumentiamo il budget pubblicitario per aumentare le entrate.
Prima di iniziare a vedere qualche esempio e prima di prendere in considerazione l’idea di scalare, assicurati che la tua campagna sia solida. Ciò significa che se in un giorno fai 6 vendite, poi per una settimana non hai entrate, e poi improvvisamente 2 nuove vendite e così via… sei di fronte ad un trand decisamente altalenante. È chiaro che quello che conta non è la singola vendita ma la media in una settimana o in un mese, ma ad occhio e croce, una campagna con quei risultati, è poco affidabile.
Sarà forse scontato dirlo ma per procedere con lo scaling, il ROI della tua campagna deve essere almeno dell’80% e adesso ti spiego subito il perché:
Supponiamo di aver lanciato una campagna con Facebook Ads e di avere un ROI del 70% investendo ogni giorno €50. Significa che spendendo €50 ogni giorno te ne ritornano indietro 85. Non è detto che se tu spendi €100 allora il tuo ROI continuerà ad essere del 70% e quindi andrai a guadagnare €170 (al posto degli €85 d prima).
Inoltre non dimenticarti mai che più Facebook vede che la tua campagna sta andando alla grande e più ti farà pagare care le inserzioni. Più guadagni e più lui vuole guadagnare su di te. Alla fin fine è pur sempre un’azienda.
Se invece non promuovi il tuo prodotto o servizio via Facebook Ads ma scegli di utilizzare la tua lista di contatti email(supponiamo che tu abbia 20.000 indirizzi e-mail)… allora invii la tua promozione, ottieni un tasso d’apertura del 15% (quindi 3.000 email aperte) con un CTR (numero di click che portano alla tua landing page) del 10% (300 click) e una conversione del 10% (30 vendite).
Ora, se la lista è già tua ci hai solo guadagnato. Ma se tu avessi dovuto acquistare il traffico DEM da altri database, non è detto che tu vada in positivo da tutto questo marasma.
Proprio per questa ragione è essenziale avere un alto margine di ROI, per evitare di compiere un’azione che poi possa portarci ad un ritorno negativo.
Se stai facendo invece marketing di affiliazione devi stare molto attento a scalare perché devi accertarti di quanti lead puoi generare con quella campagna. Alcuni network ti avvisano e ti dicono che quella campagna scadrà tra tot. giorni. Altri network invece non ti dicono quanti giorni restano ma il numero di conversioni che si possono ancora effettuare. Altri ancora non scrivono nulla.
Attenzione a non farti bloccare dalla paura
Ora voglio condividere la mia personale esperienza con te. La priva volta che ti ritrovi a scalare vieni pervaso da un certo senso di paura. Per te investire €50 al giorno è già molto e ti stai domandando come diventerebbe il tuo Business investendo €100 al giorno. Ti fai qualche domanda, ragioni, cerchi consigli online ma poi, per il più delle volte, tende a vincere la parte razionale e sicura di te che ti dirà “ma chi te lo fa fare di rischiare! La tua campagna sta andando già bene così, non toccare nulla che poi se sbagli perdi tutto quello che hai guadagnato sino ad ora“.
Questo pensiero mi ha fregato per un po’ di tempo. Poi mi sono detto: “caxxo, questi soldi li ho guadagnati, mal che vada se li perdo… non ci perdo nulla!” Questo pensiero mi ha dato il coraggio per osare di più e sono stato ripagato.
Uno dei modi più efficaci per generare rendite online è quello di realizzare un prodotto informativoe metterlo sul mercato. Anche 10 anni fa questo tipo di Business funzionava alla stessa maniera ma con una differenza sostanziale: la qualità dei prodotti era scadente.
Non ti racconto quanti e-book e videocorsi ho acquistato e buttato direttamente nel cestino (del computer). Si trattava di e-book di 20-30 pagine in cui non ci era racchiuso proprio nulla!! E i videocorsi? Beh, i videocorsi duravano 40 minuti e non contenevano nulla di interessante.
Se oggi provi a immettere sul mercato un prodotto di questo tipo, il tuo Business si arrestain pochi secondi. Perché?
Perché oggi, a differenza di tanti anni fa, non puoi non metterci la faccia. La faccia è tutto. Con la faccia fai capire alle persone che si possono fidare. Con la faccia fai capire che credi in quello che sponsorizzi, con la faccia fai crollare le difese delle persone.
Ma metterci la faccia non è l’unico ingrediente che farà impennare le vendite del tuo prodotto. Ci vuole un’altra cosa molto importante: la differenziazione.
Prima di realizzare un prodotto devi sempre chiederti: cos’ha di diverso il mio prodotto?
Non deve essere la brutta copia di quello della concorrenza. Deve essere diametralmente opposto. Deve avere uno scopo ben preciso e una caratteristica ben precisa. Solo grazie a quella caratteristica riuscirai a farci sopra del buon Marketing.
Mettiti sempre nei panni del potenziale cliente e domandati: perché dovrei scegliere quel prodotto e non quell’altro?
Tu, devi essere in grado di fornire la tua spiegazione alla grande, senza dover arrampicarti sugli specchi. Il tuo prodotto deve essere differente. Attenzione che differente non significa obbligatoriamente migliore. Differente significa diverso. Nel mercato non vince sempre chi ha il prodotto migliore, altrimenti non i McDonald’s sarebbero chiusi, no?
Pensa ad Arisa, te la ricordi? Era quella che a Sanremo cantava il brano sincerità. Ti ricordi com’era truccata e com’era vestita? Ti ricordi come cantava? Ti ricordi anche cosa cantava?
In quell’edizione di Sanremo tutti cantavano le classiche canzoni alla Sanremo, cioè strappalacrime, canzoni di amori finiti, di temi forti come l’omosessualità e l’aborto. Arisa se ne esce fuori con un brano in stile anni 50 e … boom!! Fa centro!
Ha fatto centro perché è diversa. È la diversità che premia. Una volta che il mercato ti avrà “riconosciuto” non avrai più bisogno di esserlo. Pensa agli Huawei. Fabbricava Smartphone cinesi low-cost. È entrato a gamba tesa nel mercato e le persone lo hanno percepito e riconosciuto. Una volta fatto, Huawei è stato libero di aumentare i prezzi fino ad arrivare anche a €1400 per singolo Smartphone.
Arisa, così come Huawei, una volta affermata nel mercato è potuta diventare quello che davvero voleva, ovvero sé stessa. Oggi non ha più bisogno di trucco, capigliatura e vestiti in stile anni 50 ma canta essendo semplicemente sé stessa (ed ha anche una gran voce).
Andando oltre oceano mi viene in mente anche Lady Gaga. Ti ricordi quando è uscita? Sembrava una matta uscita dal manicomio. Oggi, una volta essersi affermata, può essere finalmente sé stessa e cantare anche canzoni d’amore sdolcinate.
Da sempre ho utilizzato le affiliazioni come risorsa per generare entrate online.
Nel corso del tempo il guadagno con le affiliazioni è cambiato e di non poco. Ricordo come se fosse ieri l’anno 2011. Avevo iniziato da poco a fare l’affiliato e stavo utilizzando Google Adwords per pubblicare annunci sui prodotti che andavo a sponsorizzare.
All’epoca era possibile direttamente fare cassa portando gli utenti sull’annuncio e l’annuncio riportava direttamente alla landing page creata dal merchant (ovvero colui che ha creato il prodotto). Era una favola! Potevi guadagnare sin da subito, anche due ore dopo. Sceglievi il prodotto, creavi l’annuncio, aspettavi che l’annuncio venisse pubblicato e… cash!
Oggi per sfortuna (o fortuna) le cose funzionano diversamente. Non è più possibile realizzare un tipo di pubblicità a pagamento così diretta, ma devi passare per delle pagine realizzate da te. Ecco che sono nate le cosiddette pagine Advertorial.
Ma come puoi immaginare non può essere così semplice e filare tutto così liscio. Anche (e soprattutto) nel marketing d’affiliazione ci sono problemi. I problemi principali sono dati dal fatto che tu non controlli il prodotto. Essenzialmente, dal punto di vista di gestione del prodotto, non sai nulla. Non sai per quanti anni rimarrà in commercio, non sai se verrà aggiornato, non sai se verrà spostato su di un’altra pagina, non sai se verrà ritirato e così via.
Tutto questo non sapere ti porta ad avere difficoltà nel pianificare. È difficile impostare delle strategie su qualcosa che non ti dà certezza. Motivo per cui mi sono ritrovato molte volte a dover ripartire da zero. Sceglievo un prodotto, iniziavo a sponsorizzarlo con tutti i canali (blog, youtube, facebook, email) e dopo qualche mese il prodotto non era più disponibile. Ecco che dopo il danno anche la beffa. Non solo non guadagnavo più nulla da quel prodotto, ma dovevo anche andare a sistemare tutto il casino che avevo messo in piedi.
Dovevo cancellare i post su Facebook, dovevo andare manualmente in tutti i miei articoli e rompere i link non funzionanti e dovevo cancellare i link presenti su Youtube. Insomma, una giornata intera di lavoro andava via solo per sistemare i danni che aveva creato la scomparsa di quel prodotto dal mercato.
Il prodotto affidabile
Se vuoi utilizzare l’Affiliate Marketing come metodo di guadagno, allora devi assicurarti di scegliere un prodotto affidabile. Non puoi permetterti di scegliere un prodotto di dubbia provenienza e dubbia qualità. Devi puntare sul sicuro. Investirai del tempo, delle risorse e delle energie nel promuovere quel prodotto (o servizio), non puoi permettere che, da un giorno all’altro, quel prodotto non ci sia più. Ecco perché devi puntare su aziende forti e robuste.
Quindi Krikko, a quale prodotto mi consiglieresti di affiliarmi?
Beh, ce ne sono parecchi di buoni. Dipende qual è la tua nicchia. Se per esempio hai già una community che ti segue, e ti segue perché tratti temi con il makeup, difficilmente riusciresti a vendere alla tua community un autorisponditore.
Quindi il primo passo è scegliere il prodotto giusto per la tua community.
Se invece non hai già una community, paradossalmente il discorso è più facile. Non sei costretto a scegliere il prodotto per la tua nicchia, ma puoi scegliere il prodotto che più ti piace e che ti dà il maggior margine di guadagno, e impostare una strategia di comunicazione e marketing attorno a quel prodotto.
Ecco alcuni dei prodotti più redditizi da cui partire:
SemRush: è uno dei software più potenti per quanto riguarda l’analisi di mercato. Ha dei prezzi che vanno dai €99 fino ai €399 e tu hai una provvigione del 40% ricorrente. Ciò significa che se fai sottoscrivere un piano di €199, il tuo guadagno è di €79 ogni mese.
Aweber: l’autoresponder più redditizio di sempre. I suoi piani vanno da €19 al mese a €149+. Il tuo guadagno è del 30% ed è ricorrente. Se l’utente sottoscrive, tramite il tuo link affiliato, l’abbonamento da €49, il tuo guadagno è di €15 tutti i mesi.
Supermetrics: è il modo migliore per connettere i dati relativi ad un sito web: analytics, ads, seo. I piani d’abbonamento vanno dai €19 fino a €190. La tua percentuale è del 20% Lifetime.
Bluehost: per coloro che vogliono aprire un sito web e hanno bisogno di uno spazio web, Bluehost è la soluzione migliore. Per te, €65 per ogni utente che si iscrive alla piattaforma tramite il tuo link.
Leadpages: per tutti coloro che hanno bisogno di realizzare delle landing page professionali. I piani vanno da €25 a €199 al mese. La tua percentuale ricorrente è del 30%.
Associati al brand/prodotto che hai scelto
Una volta che hai finalmente scelto il prodotto che meglio ti rappresenta, è il momento di metterci la faccia. Non farti troppe pippe mentali! Devi farti vedere e devi essere riconoscibile dalla gente (motivo per cui un certo Alfio Bardolla si veste sempre con un maglioncino color arancio).
Se pensi “chissà cosa pensa la gente di me” oppure “se qualche mio conoscente dovesse vedermi in queste vesti poi… mi prenderà in giro!” allora lascia stare, non fa per te!
Devi essere un punto di riferimento per le persone e non puoi esserlo se non ti fai vedere e non ci metti la faccia. Adesso è il momento per emergere, domani può essere troppo tardi. Oggi molte persone hanno ancora i blocchi mentali sull’apparire in video, hanno ancora problemi con la tecnologia (non sanno come editare un video, come caricarlo su Youtube e così via). Un domani però, quando queste persone si sveglieranno, ti passeranno davanti. Perciò non avere paura del giudizio degli altri, fregatene!
Tu sai che la mia prima attività è quella del Pianista. Tengo concerti in giro per l’Italia e credo che sia uno dei lavori più belli del mondo. Ora immaginati quando uno appassionato del pianoforte si ritrova davanti ad un mio video dove gli insegno alcuni modi per guadagnare online o l’affiliate marketing. Secondo te qual è la sua reazione? Di sdegno? A voglia!
Non immagini quanti commenti ricevo ogni giorno con la solita frase ebete del tipo “Ma tu mica suonavi il pianoforte?”
Quindi, fai il tuo percorso senza curarti degli altri. Quando otterrai poi i risultati, noterai dove sei arrivato e guardandoti alle spalle vedrai che quella gente è ancora lì a rosicare e criticare contro tutto e tutti.
Se parti dall’inizio e vuoi intraprendere il percorso da Affiliato, allora puoi dare un’occhiata a questo corso base sulle affiliazioni che ho realizzato.
Ogni singolo prodotto deve essere brandizzato e, riportato al nostro esempio di musicisti, se sono un insegnante e voglio realizzare una serie di lezioni, spesso l’errore che si fa è questo: si offrono delle lezioni ad un certo prezzo senza offrire alternative.
Sarebbe, invece, necessario offrire vari pacchetti: infatti, bisogna dare la possibilità a chi vuole spendere di più, a chi vuole imparare prima, a chi vuole fare meglio…
Io, ad esempio, sono uno di quelli abituati a prendere anche cose che costano 5 volte di più ma che so che funzionano sicuramente e che mi durano.
Se non dai possibilità alle persone che vogliono ottenere risultati subito, sbagli.
Quando qualcuno inizia a suonare uno strumento, è affamato, magari ha sentito qualcuno suonare bene un pezzo e domani vuole fare lo stesso: vuole farlo subito e quindi devi dargli questa possibilità.
Ad esempio, puoi dirgli che insegni a 100 euro al mese ma che con 500 euro al mese avrà due lezioni a settimana, delle video lezioni che può consultare per vedere se ha fatto bene gli esercizi a casa o, ancora, delle chiamate su Skype: in pratica, lo convinci a prendere questo “pacchetto” proprio perché vuole imparare prima.
Dovete dare la possibilità a chi vuole fare l’upgrade, di farlo.
All’interno del tuo piano di insegnamento, ogni piano deve avere un nome: avete presente quando andate nei siti e ci sono i vari pacchetti (Silver, Platinum…)??
Ecco, quello è fatto bene!
Infatti, i nomi generici non piacciono alle persone ma bisogna brandizzare cioè dare un marchio ad ogni singola cosa.
Ad esempio, noi su pianosolo.it stiamo per realizzare una nuova sezione dove stiamo cercando di creare una Università online per pianisti: quindi, chi vuole, si iscrive, paga un abbonamento e riceve le lezioni passo per passo, tutte realizzate per essere seguite.
Anche lì ci saranno vari pacchetti: non li abbiamo chiamati “piano base”, “piano avanzato” o “piano intermedio” e nemmeno “Platinum” o “Gold” ma il pacchetto base ha un certo nome, oppure quello intermedio si chiama “Pianosolo bravo” e quello avanzato “Pianosolo maestro”.
Già solo a sentire il nome “Pianosolo maestro”, una persona sarà molto incentivata ad iscriversi!! Infatti, la gente vuole sentirsi “figa”.
Prendiamo l’esempio del karatè: una persona si gasa se ha la cintura marrone (rispetto ad un’altra che ha quella bianca) proprio perché ha lavorato più di lui.
All’interno della musica questa cosa viene un po’ a mancare ma già nell’ambito del mondo scacchistico (io sono un grande appassionato di scacchi), ci sono diverse categorie e dopo un po’ che batti gli avversari, sali di categoria (candidato maestro, maestro, maestro internazionale, gran maestro).
E’ come se fosse un sistema a diversi livelli, proprio come i vari livelli di un video giochi.
Quindi, ogni cosa che fate, ogni servizio deve essere brandizzato, deve avere un nome ben chiaro, deve essere pensato a monte: non si può offrire un pacchetto in più “improvvisando” ma questo deve avere un nome figo e accattivante che magari non c’entra nemmeno nulla con quello che si offre.
Ad esempio, questo è un corso di autopromozione per musicisti e si chiama Apollo 2.0, cosa vuol dire? Niente, però ti rimane in mente perché ha un significato e ci puoi fare marketing sopra.
Se io dico “Fra un mese c’è il corso di autopromozione del musicista”, questo nome non ti dice niente, sembra un corso uguale a tanti altri corsi di promozione.
Questo, invece, è Apollo 2.0: è diverso.
Non è diverso dagli altri come corso però nella mente della persona che vi partecipa è diverso dagli altri anzi, in realtà, io spero che sia diverso e migliore rispetto agli altri corsi.
E’ tutta una questione di percezione. Poi, in realtà, dietro al nome Apollo 2.0 ci sono altri significati: ci ho messo un giorno per pensare solo al nome…
Apollo, il Dio della musica, l’uomo che sbarca sulla luna (e quindi qualcosa di innovativo) ed, infine, per far capire che si parla anche di web, 2.0.
Un esempio che mi ha colpito è questo di questa palestra, la 20 Hours club: quando offrono un programma di allenamento, non lo chiamano “Programma intensivo” ma “Full Metal fitness”, il programma per chi vuole davvero lavorare.
E’ un nome “tamarro” ma ricorda l’utilizzo di attrezzi di ghisa, primordiali e che fanno pensare “Se seguo questo programma, divento sicuramente figo”.
Nella mente di una data persona, i nuovi attrezzi sono da “fighetto”: non fanno spaccare la schiena, sono pensati bene ma non hanno significato per noi rispetto alle “cose rudi”.
Lo hanno chiamato “Full Metal fitness” anche per richiamare il famoso film e i soldati. Un altro esempio: perché la gente si iscrive a Krav maga?
Perché lo fa l’esercito israeliano ed è proprio per questo che si vedono sempre più in giro persone con i pantaloni militare: la gente vuole sentirsi figa. Per questa palestra è lo stesso concetto: se voglio tornare in forma per l’estate, sicuramente vado qua.
Quando vado al Mc Donald’s non dico “Mi dai il panino con il bacon” ma c’è il Grand Crispy McBacon, il Chicken country, il Mc Muffin Bacon & Egg. Sono nomi fighi e si rigenerano sempre perché Mc Donald’s continua a cambiare panini ogni tanto per dare un po’ di novità…
E comunque, ogni panino ha un nome perché su quel nome si può creare marketing, si può fare pubblicità, si può dire che è speciale. Se non ci fossero questi nomi e dicessi “Il panino con il bacon è speciale”, in pratica si farebbe pubblicità a tutti i panini con il bacon!
In realtà, si vuole fare pubblicità specificatamente al proprio panino, alla propria azienda e alle proprie risorse e non fare il buon samaritano. Quando ho fatto un video su Facebook un anno fa dal titolo “Perché tuo figlio dovrebbe studiare musica”, questo ha fatto qualcosa come 11 mila condivisione, visualizzazioni infinite (forse hanno superato 1 milione) e non sapete quante persone nei commenti hanno scritto (soprattutto insegnanti di musica): “Grazie, così con questo video lavoriamo anche noi”.
Ma tu aspetti che sia qualcun altro a fare incrementare il tuo lavoro oppure potevi farlo anche tu questo video?
E, fra l’altro, la gente ha visto il video dove spiego perché è importante studiare musica e sono piaciuto io e non sei piaciuta tu…che è diverso: io ci ho messo la faccio e il mio personal branding.
Oggi ho deciso di condividere con te 5 consigli che, ahimè, ho appreso sulla mia pelle e che ti aiuteranno a fare sempre meglio con il tuo Business online.
Il primo consiglio che mi sento di condividere è quello di, sopratutto se parti da zero, realizzare prima un prodotto e poi cercare il pubblico attorno a quel prodotto.
Perché se fai il procedimento inverso, ovvero, inizi a pubblicare contenuti sulla rete, sul blog, su Facebook, su YouTube, su Instagram, ovunque, sicuramente, prima o poi, a furia di “dare cibo gratis”, la gente arriverà attorno a te, ma non avrai selezionato “il tipo di gente” giusto.
Quindi, finisci per avere un mucchio di numeri ma di non riuscire a convertire.
Infatti, se abbiamo un Business online, ricordiamoci che il fine ultimo è proprio quello di monetizzare. Discorso diverso, se siamo amanti della carità oppure siamo“divulgatori” e viviamo di aria: nessuno, comunque, ti impedisce di farlo.
E in questo errore ci sono passato anche io perché seguivo la vecchia scuola dell’Internet marketing cioè quella del “dai valore” e magari, non si sa come, succede qualcosa. A volte, in realtà, se hai fortuna, succede veramente qualcosa; altre volte, invece, ti ritrovi davvero con nulla.
Quindi, il consiglio è quello di realizzare il prodotto in modo tale che attorno a quel prodotto inizi ad arrivare il target giusto.
Ad esempio, nel mio settore (quello musicale legato al pianoforte) c’è tanta roba: la teoria musicale, il pianoforte pratico, il solfeggio, il dettato musicale, chi è interessato agli spartiti di musica pop o agli spartiti di musica classica, chi al jazz, chi al blues… insomma, già solo “sparando cose a caso”, ci si ritrova con 8 tipologie di pubblico differenti.
Fra queste, devi sceglierne una e attirare la tipologia giusta: le vendite arriveranno poi in automatico.
Il secondo consiglio che voglio darti è questo: nel momento in cui parti e hai impostato la tua strategia di marketing, seguila a testa bassa.
A volte, siamo spinti dalla curiosità: questo è normale perché il mondo dell’online marketing è bello proprio perché più conosci e più vuoi conoscere, perché ci sono potenzialità incredibili…
C’è una leva assoluta: un ristorante, ad esempio, può fare un numero finito di coperti; un business online no perché ti permette di scalare quanto vuoi ed ecco perché c’è gente che fa centinaia di migliaia di euro in un solo mese. Queste sono le potenzialità del web… ma attenzione!!
Non farti abbindolare da tutti i nuovi metodi che nascono oppure che già esistono: sono (magari) tutti metodi validi ma non è detto che siano validi per te. Per esempio, il network marketing: tutti dicono che è un ottimo modo per cercare di vendere ma se sei timido, riservato e non hai mai venduto, è difficile vendere con questo sistema.
E’ vero che esiste gente che ha dei risultati in questo modo ma io non lo consiglierei. Oppure, guadagnare con YouTube: io ho raggiunto da poco 50000 iscritti sull’altro canale ma non darei mai il consiglio di fare molti video per tante ore per poi guadagnare pochissimi soldi al mese.
Non è quello il business principale, quella è una conseguenza. Quindi, vai dritto per la tua strada.
Il terzo consiglio è quello di non avere paura di investire, soprattutto, nella pubblicità online.
Spesso investiamo in strumentazione, in videocamere migliori o in microfoni migliori e abbiamo paura, invece, di investire in qualcosa che non è materiale: la pubblicità, non la puoi vedere né toccare. Proprio in questo ambito c’è stato il mio più grande errore: ricordo nel lontano 2011, quando avevo iniziato a lavorare con le affiliazioni, c’era un portale che si chiamava Glooter (tra l’altro, ieri, per curiosità, ho provato a vedere se esiste ancora ed, in effetti, esiste ancora).
Comunque, questo portale è una sorta di Clickbank italiano e tra i tanti prodotti che c’erano (adesso ce ne sono pochi), c’era un e-book che insegnava (non so se è vero o no) alcuni rimedi per chi soffriva di asma: stiamo parlando di un campo ben preciso, quello della salute, in cui le persone non badano a risparmiare perché, se una persona sta male e vuole guarire, spenderebbe qualsiasi cifra.
C’era questo ebook che costava sulla quarantina di euro e la mia percentuale da affiliato era del 50%, quindi guadagnavo 20,80 euro (all’incirca) per ogni vendita.
Quindi, avevo iniziato in questo modo: nel 2011, si poteva, tramite Adwords, fare direttamente la pubblicità alla landing page di colui che aveva messo in vendita il prodotto (ora non si può più perché devi passare per landing page create da te).
Avevo cominciato da due anni (nel 2009) ed ero partito da zero, quindi non avevo grossi capitali ed ogni investimento che facevo, per me era una sudata; se non andava a buon fine, dovevo ricominciare tutto daccapo ed era un casino. In pratica, avevo da parte un budget di 300-400 euro (veramente poco) ed iniziavo ad investire 10 euro alla volta su un certo prodotto che per me funzionava.
Dopo aver investito quei 10 euro, realizzavo una vendita di 20 euro e così continuavo ad investire altri 10 euro e così via. Dunque, all’epoca avevo così poco budget oltre che paura: non me la sono mai sentita di investire 20 euro per fare due vendite oppure di investire 40 euro per fare 4 vendite e così via, cioè di scalare sempre di più in questo business.
Ci sono sempre andato calmo: investivo quella 10 euro (che per me era tantissimo) e questo mi ha fatto perdere un sacco di tempo e un sacco di opportunità.
Quindi, se ti rendi conto che qualcosa funziona e che spendendo una certa somma di soldi hai dei risultati, non è puro caso…
Se noti che quella situazione si ripresenta in continuazione, vuol dire che l’ads funziona, la landing page funziona e che il prodotto funziona. Quando hai queste tre cose azzeccate, allora vai, spingi in advertising e scala il tuo business.
Il quarto consiglio che voglio darti è questo: non avere mai paura di metterci la tua faccia. Su questo punto, molto spesso, mi ritrovo a fare delle consulenze (che non è la mia attività principale).
Spesso mi capita gente che mi chiede “Krikko, mi dai un consiglio…” e quindi, faccio consulenze di un’oretta in cui do i miei consigli. Durante le consulenze, mi espongono e loro idee di business e io, come prima domanda, chiedo sempre se realizzano dei video o ci mettono la faccia. Come risposta, molto spesso, mi viene detto “Non voglio metterci la faccia perché il mio paese è molto piccolo…la gente mi riconoscerebbe…” e cose del genere.
Il punto è che se parti già con queste “seghe mentali”, è meglio lasciare stare il Business online: è meglio aprire un franchising nella vita reale così hai il marchio di un altro, hai la faccia di un altro, i prodotti di un altro e rivendi quei prodotti.
Se, invece, pensi di avere cose interessanti da dire e di poter realizzare dei prodotti, allora c’è bisogno che ci metti la faccia e che crei un personal branding: in pratica, c’è bisogno che la gente appena veda la tua faccia, la associ a quella persona e di quella persona abbia un’idea ben precisa.
Ad esempio, finalmente ad aprile, esce il mio primo libro che ho scritto sul mondo del pianoforte: non posso ancora svelare il titolo però sarà presente in tutte le librerie e sono felicissimo di questo.
Ad ogni modo, l’editore ci ha tenuto veramente tanto che sull’immagine di copertina ci fosse il mio mezzo busto. Io gli avevo detto che non mi sembrava il caso perché sembrava una cosa troppo da “sborone”…
Ma lui mi ha detto “Sei molto seguito nel settore del pianoforte e la gente praticamente ti riconosce per strada: se passa distrattamente in una libreria e vede la tua foto, si sofferma a vedere il libro e magari poi lo compra. Se, invece, non mettiamo la tua foto o mettiamo altre foto e Christian Salerno compare scritto in piccolino, può succedere che la gente non venga attratta. Quindi, c’è bisogno della tua foto: più grande è, meglio è.”
E, in effetti, non aveva tutti i torti: c’è bisogno che la gente associ il tuo volto a qualcosa e non bisogna aver paura degli haters perché quelli non hanno niente da fare e ci saranno sempre.
Gli haters fanno parte del gioco e, anzi, nel momento in cui arrivano, inizia il divertimento perché vuol dire che sei diventato qualcuno e inizi a dar fastidio. Se tu non hai successo, nessuno ti calcola.
Nel momento in cui inizi a fare numeri, inizi ad infastidire qualcuno, arrivano gli haters: ciò vuol dire che stai andando nella direzione giusta. Il quinto consiglio che voglio darti è quello di utilizzare gli strumenti giusti: soprattutto se inizi, è molto difficile da capire questo punto e ci sono passato anche io.
Ecco la mia esperienza, cerca di farne tesoro.
All’inizio ti rendi conto che ci sono tante spese da sostenere: costi per un autoresponder (circa 29 euro al mese), per una piattaforma come WordPress (60 euro all’anno)… e magari, cerchi delle soluzioni gratuite per crearti un blog (ad esempio, utilizzando Blogger, che è anche più semplice da utilizzare).
Infatti, magari ti viene il dubbio che se WordPress non funziona più, devi chiamare un tecnico e spendere ancora soldi, quindi tanto vale cercare una soluzione gratuita.
Poi se devi realizzare video o video corsi, hai bisogno di una piattaforma come Teachable (che costa 29 euro euro) oppure Kajabi (che costa 150 euro al mese).
Invece, cerchi sempre un espediente per non spendere soldi anche in questo caso. E ancora, se vuoi realizzare landing page, cerchi plug in di WordPress, facili da usare e che facciano risparmiare…
Il mio consiglio è quello di non badare a spese sugli strumenti perché gli strumenti giusti, hanno già incorporate una serie di sequenze, di cose di marketing che funzionano: quando utilizzi Kajabi, per esempio, ti mette già una serie di cross-sell, upsell, una serie di email programmate e così via.
Quando, ad esempio, vedete che, andando su un prodotto di un marketer, vi appare il pop-up, prima di chiudere, che vi chiede di lasciare la mail, ecco, queste cose non c’è bisogno di crearle da soli; se si hanno gli strumenti adatti, proprio questi ti danno già la possibilità di fare tutto questo.
Inoltre, questi strumenti offrono anche delle idee: se tu non hai delle idee chiare, questi strumenti ti aiutano.
Mi viene in mente GetResponse, che per me è uno degli strumenti migliori per fare autoresponder: ha le landing page dentro oppure da la possibilità di fare webinar (senza dover comprare un’apposita piattaforma per farli).
Se prendi gli strumenti giusti (come ad esempio, autoresponder che si integrino bene con altri strumenti) e che abbiano delle belle grafiche (già questo è sinonimo di qualità), farai di certo la scelta giusta.
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