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Guadagnare, Vendere

Perché Brandizzare ogni tuo Prodotto e Infoprodotto?

Aprile 8, 2019by Christian Salerno (Krikko)Nessun commento

Ogni singolo prodotto deve essere brandizzato e, riportato al nostro esempio di musicisti, se sono un insegnante e voglio realizzare una serie di lezioni, spesso l’errore che si fa è questo: si offrono delle lezioni ad un certo prezzo senza offrire alternative.

Sarebbe, invece, necessario offrire vari pacchetti: infatti, bisogna dare la possibilità a chi vuole spendere di più, a chi vuole imparare prima, a chi vuole fare meglio…

Io, ad esempio, sono uno di quelli abituati a prendere anche cose che costano 5 volte di più ma che so che funzionano sicuramente e che mi durano.

Se non dai possibilità alle persone che vogliono ottenere risultati subito, sbagli.

Quando qualcuno inizia a suonare uno strumento, è affamato, magari ha sentito qualcuno suonare bene un pezzo e domani vuole fare lo stesso: vuole farlo subito e quindi devi dargli questa possibilità.

Ad esempio, puoi dirgli che insegni a 100 euro al mese ma che con 500 euro al mese avrà due lezioni a settimana, delle video lezioni che può consultare per vedere se ha fatto bene gli esercizi a casa o, ancora, delle chiamate su Skype: in pratica, lo convinci a prendere questo “pacchetto” proprio perché vuole imparare prima.

Dovete dare la possibilità a chi vuole fare l’upgrade, di farlo.

All’interno del tuo piano di insegnamento, ogni piano deve avere un nome: avete presente quando andate nei siti e ci sono i vari pacchetti (Silver, Platinum…)??

Ecco, quello è fatto bene!

Infatti, i nomi generici non piacciono alle persone ma bisogna brandizzare cioè dare un marchio ad ogni singola cosa.

Ad esempio, noi su pianosolo.it stiamo per realizzare una nuova sezione dove stiamo cercando di creare una Università online per pianisti: quindi, chi vuole, si iscrive, paga un abbonamento e riceve le lezioni passo per passo, tutte realizzate per essere seguite.

Anche lì ci saranno vari pacchetti: non li abbiamo chiamati “piano base”, “piano avanzato” o “piano intermedio” e nemmeno “Platinum” o “Gold” ma il pacchetto base ha un certo nome, oppure quello intermedio si chiama “Pianosolo bravo” e quello avanzato “Pianosolo maestro”.

Già solo a sentire il nome “Pianosolo maestro”, una persona sarà molto incentivata ad iscriversi!! Infatti, la gente vuole sentirsi “figa”.

Prendiamo l’esempio del karatè: una persona si gasa se ha la cintura marrone (rispetto ad un’altra che ha quella bianca) proprio perché ha lavorato più di lui.

All’interno della musica questa cosa viene un po’ a mancare ma già nell’ambito del mondo scacchistico (io sono un grande appassionato di scacchi), ci sono diverse categorie e dopo un po’ che batti gli avversari, sali di categoria (candidato maestro, maestro, maestro internazionale, gran maestro).

E’ come se fosse un sistema a diversi livelli, proprio come i vari livelli di un video giochi.

Quindi, ogni cosa che fate, ogni servizio deve essere brandizzato, deve avere un nome ben chiaro, deve essere pensato a monte: non si può offrire un pacchetto in più “improvvisando” ma questo deve avere un nome figo e accattivante che magari non c’entra nemmeno nulla con quello che si offre.

Ad esempio, questo è un corso di autopromozione per musicisti e si chiama Apollo 2.0, cosa vuol dire? Niente, però ti rimane in mente perché ha un significato e ci puoi fare marketing sopra.

Se io dico “Fra un mese c’è il corso di autopromozione del musicista”, questo nome non ti dice niente, sembra un corso uguale a tanti altri corsi di promozione.

Questo, invece, è Apollo 2.0: è diverso.

Non è diverso dagli altri come corso però nella mente della persona che vi partecipa è diverso dagli altri anzi, in realtà, io spero che sia diverso e migliore rispetto agli altri corsi.

E’ tutta una questione di percezione. Poi, in realtà, dietro al nome Apollo 2.0 ci sono altri significati: ci ho messo un giorno per pensare solo al nome…

Apollo, il Dio della musica, l’uomo che sbarca sulla luna (e quindi qualcosa di innovativo) ed, infine, per far capire che si parla anche di web, 2.0.

Un esempio che mi ha colpito è questo di questa palestra, la 20 Hours club:  quando offrono un programma di allenamento, non lo chiamano “Programma intensivo” ma “Full Metal fitness”, il programma per chi vuole davvero lavorare.

E’ un nome “tamarro” ma ricorda l’utilizzo di attrezzi di ghisa, primordiali e che fanno pensare “Se seguo questo programma, divento sicuramente figo”.

Nella mente di una data persona, i nuovi attrezzi sono da “fighetto”: non fanno spaccare la schiena, sono pensati bene ma non hanno significato per noi rispetto alle “cose rudi”.

Lo hanno chiamato “Full Metal fitness” anche per richiamare il famoso film e i soldati. Un altro esempio: perché la gente si iscrive a Krav maga?

Perché lo fa l’esercito israeliano ed è proprio per questo che si vedono sempre più in giro persone con i pantaloni militare: la gente vuole sentirsi figa. Per questa palestra è lo stesso concetto: se voglio tornare in forma per l’estate, sicuramente vado qua.

Quando vado al Mc Donald’s non dico “Mi dai il panino con il bacon” ma c’è il Grand Crispy McBacon, il Chicken country, il Mc Muffin Bacon & Egg. Sono nomi fighi e si rigenerano sempre perché Mc Donald’s continua a cambiare panini ogni tanto per dare un po’ di novità…

E comunque, ogni panino ha un nome perché su quel nome si può creare marketing, si può fare pubblicità, si può dire che è speciale. Se non ci fossero questi nomi e dicessi “Il panino con il bacon è speciale”, in pratica si farebbe pubblicità a tutti i panini con il bacon!

In realtà, si vuole fare pubblicità specificatamente al proprio panino, alla propria azienda e alle proprie risorse e non fare il buon samaritano. Quando ho fatto un video su Facebook un anno fa dal titolo “Perché tuo figlio dovrebbe studiare musica”, questo ha fatto qualcosa come 11 mila condivisione, visualizzazioni infinite (forse hanno superato 1 milione) e non sapete quante persone nei commenti hanno scritto (soprattutto insegnanti di musica): “Grazie, così con questo video lavoriamo anche noi”.

Ma tu aspetti che sia qualcun altro a fare incrementare il tuo lavoro oppure potevi farlo anche tu questo video?

E, fra l’altro, la gente ha visto il video dove spiego perché è importante studiare musica e sono piaciuto io e non sei piaciuta tu…che è diverso: io ci ho messo la faccio e il mio personal branding.

firma per computer

Guadagnare, Vendere

5 Consigli per il Tuo Business Online (e come guadagnare di più)

Marzo 23, 2019by Christian Salerno (Krikko)Nessun commento

Oggi ho deciso di condividere con te 5 consigli che, ahimè, ho appreso sulla mia pelle e che ti aiuteranno a fare sempre meglio con il tuo Business online.

Il primo consiglio che mi sento di condividere è quello di, sopratutto se parti da zero, realizzare prima un prodotto e poi cercare il pubblico attorno a quel prodotto.

Perché se fai il procedimento inverso, ovvero, inizi a pubblicare contenuti sulla rete, sul blog, su Facebook, su YouTube, su Instagram, ovunque, sicuramente, prima o poi, a furia di “dare cibo gratis”, la gente arriverà attorno a te, ma non avrai selezionato “il tipo di gente” giusto.

Quindi, finisci per avere un mucchio di numeri ma di non riuscire a convertire.

Infatti, se abbiamo un Business online, ricordiamoci che il fine ultimo è proprio quello di monetizzare. Discorso diverso, se siamo amanti della carità oppure siamo“divulgatori” e viviamo di aria: nessuno, comunque, ti impedisce di farlo.

E in questo errore ci sono passato anche io perché seguivo la vecchia scuola dell’Internet marketing cioè quella del “dai valore” e magari, non si sa come, succede qualcosa. A volte, in realtà, se hai fortuna, succede veramente qualcosa; altre volte, invece, ti ritrovi davvero con nulla.

Quindi, il consiglio è quello di realizzare il prodotto in modo tale che attorno a quel prodotto inizi ad arrivare il target giusto.

Ad esempio, nel mio settore (quello musicale legato al pianoforte) c’è tanta roba: la teoria musicale, il pianoforte pratico, il solfeggio, il dettato musicale, chi è interessato agli spartiti di musica pop o agli spartiti di musica classica, chi al jazz, chi al blues… insomma, già solo “sparando cose a caso”, ci si ritrova con 8 tipologie di pubblico differenti.

Fra queste, devi sceglierne una e attirare la tipologia giusta: le vendite arriveranno poi in automatico.

Il secondo consiglio che voglio darti è questo: nel momento in cui parti e hai impostato la tua strategia di marketing, seguila a testa bassa.

A volte, siamo spinti dalla curiosità: questo è normale perché il mondo dell’online marketing è bello proprio perché più conosci e più vuoi conoscere, perché ci sono potenzialità incredibili…

C’è una leva assoluta: un ristorante, ad esempio, può fare un numero finito di coperti; un business online no perché ti permette di scalare quanto vuoi ed ecco perché c’è gente che fa centinaia di migliaia di euro in un solo mese. Queste sono le potenzialità del web… ma attenzione!!

Non farti abbindolare da tutti i nuovi metodi che nascono oppure che già esistono: sono (magari) tutti metodi validi ma non è detto che siano validi per te. Per esempio, il network marketing: tutti dicono che è un ottimo modo per cercare di vendere ma se sei timido, riservato e non hai mai venduto, è difficile vendere con questo sistema.

E’ vero che esiste gente che ha dei risultati in questo modo ma io non lo consiglierei. Oppure, guadagnare con YouTube: io ho raggiunto da poco 50000 iscritti sull’altro canale ma non darei mai il consiglio di fare molti video per tante ore per poi guadagnare pochissimi soldi al mese.

Non è quello il business principale, quella è una conseguenza. Quindi, vai dritto per la tua strada.

Il terzo consiglio è quello di non avere paura di investire, soprattutto, nella pubblicità online.

Spesso investiamo in strumentazione, in videocamere migliori o in microfoni migliori e abbiamo paura, invece, di investire in qualcosa che non è materiale: la pubblicità, non la puoi vedere né toccare. Proprio in questo ambito c’è stato il mio più grande errore: ricordo nel lontano 2011, quando avevo iniziato a lavorare con le affiliazioni, c’era un portale che si chiamava Glooter (tra l’altro, ieri, per curiosità, ho provato a vedere se esiste ancora ed, in effetti, esiste ancora).

Comunque, questo portale è una sorta di Clickbank italiano e tra i tanti prodotti che c’erano (adesso ce ne sono pochi), c’era un e-book che insegnava (non so se è vero o no) alcuni rimedi per chi soffriva di asma: stiamo parlando di un campo ben preciso, quello della salute, in cui le persone non badano a risparmiare perché, se una persona sta male e vuole guarire, spenderebbe qualsiasi cifra.

C’era questo ebook che costava sulla quarantina di euro e la mia percentuale da affiliato era del 50%, quindi guadagnavo 20,80 euro (all’incirca) per ogni vendita.

Quindi, avevo iniziato in questo modo: nel 2011, si poteva, tramite Adwords, fare direttamente la pubblicità alla landing page di colui che aveva messo in vendita il prodotto (ora non si può più perché devi passare per landing page create da te).

Avevo cominciato da due anni (nel 2009) ed ero partito da zero, quindi non avevo grossi capitali ed ogni investimento che facevo, per me era una sudata; se non andava a buon fine, dovevo ricominciare tutto daccapo ed era un casino. In pratica, avevo da parte un budget di 300-400 euro (veramente poco) ed iniziavo ad investire 10 euro alla volta su un certo prodotto che per me funzionava.

Dopo aver investito quei 10 euro, realizzavo una vendita di 20 euro e così continuavo ad investire altri 10 euro e così via. Dunque, all’epoca avevo così poco budget oltre che paura: non me la sono mai sentita di investire 20 euro per fare due vendite oppure di investire 40 euro per fare 4 vendite e così via, cioè di scalare sempre di più in questo business.

Ci sono sempre andato calmo: investivo quella 10 euro (che per me era tantissimo) e questo mi ha fatto perdere un sacco di tempo e un sacco di opportunità.

Quindi, se ti rendi conto che qualcosa funziona e che spendendo una certa somma di soldi hai dei risultati, non è puro caso…

Se noti che quella situazione si ripresenta in continuazione, vuol dire che l’ads funziona, la landing page funziona e che il prodotto funziona. Quando hai queste tre cose azzeccate, allora vai, spingi in advertising e scala il tuo business.

Il quarto consiglio che voglio darti è questo: non avere mai paura di metterci la tua faccia. Su questo punto, molto spesso, mi ritrovo a fare delle consulenze (che non è la mia attività principale).

Spesso mi capita gente che mi chiede “Krikko, mi dai un consiglio…” e quindi, faccio consulenze di un’oretta in cui do i miei consigli. Durante le consulenze, mi espongono e loro idee di business e io, come prima domanda, chiedo sempre se realizzano dei video o ci mettono la faccia. Come risposta, molto spesso, mi viene detto “Non voglio metterci la faccia perché il mio paese è molto piccolo…la gente mi riconoscerebbe…” e cose del genere.

Il punto è che se parti già con queste “seghe mentali”, è meglio lasciare stare il Business online: è meglio aprire un franchising nella vita reale così hai il marchio di un altro, hai la faccia di un altro, i prodotti di un altro e rivendi quei prodotti.

Se, invece, pensi di avere cose interessanti da dire e di poter realizzare dei prodotti, allora c’è bisogno che ci metti la faccia e che crei un personal branding: in pratica, c’è bisogno che la gente appena veda la tua faccia, la associ a quella persona e di quella persona abbia un’idea ben precisa.

Ad esempio, finalmente ad aprile, esce il mio primo libro che ho scritto sul mondo del pianoforte: non posso ancora svelare il titolo però sarà presente in tutte le librerie e sono felicissimo di questo.

Ad ogni modo, l’editore ci ha tenuto veramente tanto che sull’immagine di copertina ci fosse il mio mezzo busto. Io gli avevo detto che non mi sembrava il caso perché sembrava una cosa troppo da “sborone”…

Ma lui mi ha detto “Sei molto seguito nel settore del pianoforte e la gente praticamente ti riconosce per strada: se passa distrattamente in una libreria e vede la tua foto, si sofferma a vedere il libro e magari poi lo compra. Se, invece, non mettiamo la tua foto o mettiamo altre foto e Christian Salerno compare scritto in piccolino, può succedere che la gente non venga attratta. Quindi, c’è bisogno della tua foto: più grande è, meglio è.”

E, in effetti, non aveva tutti i torti: c’è bisogno che la gente associ il tuo volto a qualcosa e non bisogna aver paura degli haters perché quelli non hanno niente da fare e ci saranno sempre.

Gli haters fanno parte del gioco e, anzi, nel momento in cui arrivano, inizia il divertimento perché vuol dire che sei diventato qualcuno e inizi a dar fastidio. Se tu non hai successo, nessuno ti calcola.

Nel momento in cui inizi a fare numeri, inizi ad infastidire qualcuno, arrivano gli haters: ciò vuol dire che stai andando nella direzione giusta. Il quinto consiglio che voglio darti è quello di utilizzare gli strumenti giusti: soprattutto se inizi, è molto difficile da capire questo punto e ci sono passato anche io.

Ecco la mia esperienza, cerca di farne tesoro.

All’inizio ti rendi conto che ci sono tante spese da sostenere: costi per un autoresponder (circa 29 euro al mese), per una piattaforma come WordPress (60 euro all’anno)… e magari, cerchi delle soluzioni gratuite per crearti un blog (ad esempio, utilizzando Blogger, che è anche più semplice da utilizzare).

Infatti, magari ti viene il dubbio che se WordPress non funziona più, devi chiamare un tecnico e spendere ancora soldi, quindi tanto vale cercare una soluzione gratuita.

Poi se devi realizzare video o video corsi, hai bisogno di una piattaforma come Teachable (che costa 29 euro euro) oppure Kajabi (che costa 150 euro al mese).

Invece, cerchi sempre un espediente per non spendere soldi anche in questo caso. E ancora, se vuoi realizzare landing page, cerchi plug in di WordPress, facili da usare e che facciano risparmiare…

Il mio consiglio è quello di non badare a spese sugli strumenti perché gli strumenti giusti, hanno già incorporate una serie di sequenze, di cose di marketing che funzionano: quando utilizzi Kajabi, per esempio, ti mette già una serie di cross-sell, upsell, una serie di email programmate e così via.

Quando, ad esempio, vedete che, andando su un prodotto di un marketer, vi appare il pop-up, prima di chiudere, che vi chiede di  lasciare la mail, ecco, queste cose non c’è bisogno di crearle da soli; se si hanno gli strumenti adatti, proprio questi ti danno già la possibilità di fare tutto questo.

Inoltre, questi strumenti offrono anche delle idee: se tu non hai delle idee chiare, questi strumenti ti aiutano.

Mi viene in mente GetResponse, che per me è uno degli strumenti migliori per fare autoresponder: ha le landing page dentro oppure da la possibilità di fare webinar (senza dover comprare un’apposita piattaforma per farli).

Se prendi gli strumenti giusti (come ad esempio, autoresponder che si integrino bene con altri strumenti) e che abbiano delle belle grafiche (già questo è sinonimo di qualità), farai di certo la scelta giusta.

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Guadagnare, Youtube

6 Modi per far Crescere il proprio Canale Youtube

Marzo 2, 2019by Christian Salerno (Krikko)2 commenti

La piattaforma video Youtube può contare su 2,5 miliardi di utenti in tutto il mondo e circa il 79% dei visitatori ha un account sul canale. Youtube rappresenta uno dei siti più importanti al mondo ed è scelto dalle imprese per pubblicizzare i loro beni e prodotti, ma anche da chi vuole promuovere i suoi video e trasformare questa passione in un vero e proprio lavoro.

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Blog, Guadagnare

Guadagnare online con un solo Progetto

Febbraio 1, 2019by Christian Salerno (Krikko)Nessun commento

Internet offre tante possibilità di fare business online: quella che vedo molto di moda ultimamente, sotto moltissimi video YouTube di grandi canali, è quella di poter acquistare delle magliette con il brand del canale su cui è postato quel video.

Qual è il problema?

Che “Lo stanno facendo tutti e quindi lo faccio anch’io”. Potrei farlo anche io sul mio canale YouTube, ma non lo faccio perché quelle magliette non le comprerebbe nessuno.

Fare una cosa soltanto perché adesso YouTube sta sponsorizzando e “spingendo” con le magliette sotto un video, secondo me, è una cosa che non serve a niente. Se hai un brand potente che ha a che fare con il settore della moda, può anche funzionare ma se, fino ad ora, hai sempre fatto esperimenti sociali, scherzi e così via e, ad certo punto, ti metti a vendere magliette con sopra il tuo logo (che magari fino a quel momento nessuno sapeva nemmeno che esisteva), non serve.

Infatti, non serve a niente fare questa operazione solo perché la fanno tutti, non serve fare Amazon FBA perché adesso ne parlano tutti (e fino a qualche mese fa nemmeno si sapeva cosa fosse).

Il mio consiglio è quello di concentrarti solamente su una cosa (o, almeno, poche cose) e farle bene. E te lo dice uno che ha provato di tutto nel settore del guadagno online.

Ho aperto infinità di blog e di siti e so bene cosa ti spinge a cominciare a fare un certo business: è una sorta di idea di freschezza. Nel mio business pianosolo.it (che funziona da anni, va sempre bene e mi andrà sempre meglio), ad esempio, non c’è molto questa idea di freschezza.

Per questo, per me, l’idea di intraprendere un nuovo progetto è sicuramente un nuovo stimolo e, ancora oggi, infatti, mi capita di avere in mente tanti nuovi progetti e, ovviamente, mi faccio aiutare da alcuni collaboratori perché il mio tempo è chiaramente limitato.

Però so che, ogni volta che c’è un nuovo progetto, c’è il “gasamento” all’idea di provare a lanciare una nuova idea e c’è anche quella che definisco “la sfida dell’imprenditore” cioè “Vediamo se anche questo nuovo progetto che lancio riesce a diventare un successo!”.

Diventa ad un certo punto una mania.

Anche i miliardari, non è che abbiano bisogno di altri soldi, ma continuano sempre, ad esempio, a costruire e a vendere case proprio perché è una sfida per loro. Magari in quei casi entra anche in scena l’ego, però l’idea è un po’ quella. Tante volte ho aperto dei siti su cose di cui non mi interessava niente ma mi piaceva l’idea di poter guadagnare in quel modo.

Fino a qualche mese fa, si poteva acquistare un certo dominio (ovvero il nome del sito, ad esempio, www.abc.com) e prima di poter operare su quel sito (a meno che non avessi un hosting potentissimo), era necessario aspettare 24 ore (per la propagazione dei DNS).

Adesso non è più così perché non bisogna aspettare quel tempo. Comunque, fra il tempo in cui avevi comprato quel dominio e quelle 24 ore di inattività (perché essenzialmente non si poteva fare niente), già ti passava la voglia di quel progetto.

A me è capitato tante volte.

L’impulsività non sempre funziona anche perché bisogna saper guardare le cose con obiettività e capire se quello è un “gasamento” momentaneo o è veramente un’opportunità di business che può portarti lontano. Riuscire ad avere obiettività è una cosa che impari soltanto con il tempo.

Io, per esempio, sono riuscito ad impararla adesso.

La tendenza comune è, infatti, quella di lasciarsi trascinare da tutte le infinite opportunità che il web offre (perché ce ne sono un’ infinità e ne usciranno sempre di più e proprio questo è il problema). Quindi, se stai seguendo una strada e sei all’inizio di questa, chiaramente se non vedi i risultati, è molto facile per te cambiare strada e pensare che quella sia quella del successo.

Poi, magari, inizi a seguirla, non vedi risultati nemmeno in quella e ne segui un’altra e così via… Continui a passare da una strada all’altra ma, in realtà, si tratta di un business appena cominciato e, ovviamente, non si può pensare che, con uno schioccare di dita, possa avere successo. Il mio canale YouTube dedicato al pianoforte l’ho aperto nel 2009 e quindi, ormai, sono 10 anni di continua attività di comunicazione.

Il punto è che, in poco tempo, non si può ottenere nulla (se non tramite sponsorizzazioni, ad esempio). Stiamo parlando di creare un progetto, di portarlo avanti nel lungo periodo, anche tramite del posizionamento organico, perché, a meno che tu non ti chiami Donald Trump, non puoi continuare  a pagare e a fare test.

Quello puoi farlo quando sei già irrobustito, quando il tuo business comincia a darti 1000, 2000, 3000 euro al mese e allora decidi di investire una parte di quel guadagno (ad esempio) in Facebook ADS per testare delle cose.

In quel caso, può andare bene e recupererai quei soldi (e magari anche di più) oppure, può andare male, ma quello è un tuo esperimento. Ma quando sei all’inizio e hai già molte spese (per il sito, per il template, per un certo plug in), non puoi metterti a fare sponsorizzazioni a caso (e fare dei tentativi) oppure lanciarti in qualche nuova possibilità, senza pensarci.

Il mio consiglio è quello di rimanere focalizzato sul tuo progetto. Chiaramente, un altro errore è quello di restare sempre sulla propria idea senza mai prendere in considerazione l’idea di cambiarla.

Cioè, il fatto di innamorarti così tanto della tua idea originaria, da non volerla mollare. Ad esempio, un mio errore è un sito sul trading. Ce l’ho da due anni, pago dei collaboratori che pubblicano contenuti periodicamente (io suggerisco continuamente delle keywords per scrivere nuovi articoli e così via) e, nonostante io mi stia impegnando tantissimo, stia mettendo tutte le mie conoscenze, l’ambito del trading è molto difficile: c’è una competizione incredibile, ci sono tanti siti autorevoli,…

Nonostante io ci stia mettendo tanto, tanto impegno, tanta passione ma, soprattutto, tanti soldi, questo sito non riesce a superare le 50 visite al giorno. E ormai sono due anni che continuo. Come metodo di guadagno sto utilizzando il buon vecchio Adsense perché su questa nicchia, ahimè, funziona ancora molto molto bene: non devo vendere niente a nessuno e guadagno sui click.

Mi arrivano anche click da 1,90 euro o da 2,10 euro (o, talvolta, da 40 centesimi) e, insomma, la media è molto alta… ma non sono ancora rientrato nell’investimento e non penso che ci rientrerò, se le cose non migliorano. Penso di essermi così tanto incaponito e innamorato di questa idea del sito sul trading e sul sogno che un giorno potrà avere 500 o 1000 visite al giorno e farmi guadagnare soltanto con Adsense, che adesso solo l’idea di venderlo mi distrugge.

Ma è proprio quello che farò perché le spese sono veramente tante (ho utilizzato un servizio di hosting fra i migliori, quindi ogni 3 mesi spendo circa 60 dollari). Il succo è: non innamoratevi troppo delle vostre idee se vedete che non portano a niente e, allo stesso tempo, non innamoratevi troppo velocemente delle nuove idee e delle nuove opportunità perché, se non le conoscete a fondo, non potete sapere dove vi porteranno e, soprattutto, sappiate che non tutto è adatto a voi.

Quando era di moda il network marketing, anch’io ci ero finito dentro e mi ero fatto convincere. Però poi mi sono reso conto che, essendo un musicista innamorato del marketing, non avevo un target di utenti o amici interessati ad acquistare quelle cose che vendevo. Quando si parla di network marketing, infatti, si tratta di vendere cose come capsule di caffè, integratori o creme e io non sapevo minimamente come venderle.

Quindi, mi sono ritrovato in un business che non funzionava e non poteva funzionare per me. In più, immaginate un insegnante di pianoforte che inizia a vendere creme ai propri allievi: vuol dire proprio essersi ridotti male, anche la credibilità viene meno.

Se, invece, sei un’estetista o un dottore, allora lì funziona benissimo questo tipo di business. Si tratta, infatti, di un business complementare che, anzi, può anche far incrementare il proprio business principale. L’idea del “Qualcuno è riuscito a fare soldi in quel settore e ad avere successo”, non deve spingerci a fare quella cosa, perché ci sono tante variabili in gioco da considerare.

Occorre valutare bene in quale di questi business entrare. Bisogna puntare su uno e vedere nel medio o lungo periodo ci sono dei risultati: se non è così, meglio smettere, perché il rischio è solamente quello di spendere tanti soldi in un’idea che in realtà non funzionava dall’inizio.

firma per computer

Guadagnare, Migliorarsi

Consigli per i Giovani che vogliono Guadagnare Online

Gennaio 21, 2019by Christian Salerno (Krikko)Nessun commento
tramonto fidanzati

Oggi mi rivolgo ai giovani perché vedo che fra i marketers ci sono sempre più giovani (anche ragazzi di 17 anni, ad esempio). Bisogna fare attenzione perché ci sono tante persone che si spacciano per Marketer e Formatori, dando i propri consigli. Ma i consigli sono veramente validi solo se c’è dietro l’esperienza, altrimenti sono solo qualcosa che si può trovare tranquillamente online o su qualche blog o canale YouTube.

L’esperienza fa la differenza perché quando qualcuno spiega una cosa e ha dietro l’esperienza, riesce davvero a dare dei consigli utili cioè a dire come fare per non sbagliare, quali sono le difficoltà che ha incontrato nel suo percorso e come raggiungere veramente un obiettivo. Al giorno d’oggi tutti spiegano tutto, ma bisogna fare attenzione.

Quello che dico sempre io è che il giudice supremo fra quelli che parlano solo per il gusto di parlare e quelli che effettivamente guadagnano online, è il tempo.

Quanti sono apparsi e quanti sono scomparsi?

Fra qualche anno, meno della metà di queste persone sarà ancora presente online. Proprio l’altro giorno ho visto un paio di canali YouTube, nati da poco, di ragazzi di 17 anni che parlano come se fossero dei grandi e dispensano i propri consigli. Come dice Montemagno, sono solo degli “sbarbati”: è evidente che non hanno alle spalle l’esperienza necessaria per farlo.

Io ho iniziato a fare i miei primi soldi online dopo le superiori (a 19 anni) e a 20- 21 anni ho veramente iniziato a guadagnare online. Collaboravo con riv-eu, l’azienda di Mauro Franco e con le affiliazioni riuscivo a portare a casa circa 400 euro al mese. Ora, non è che con quei soldi fossi ricco ma l’importante era il netto che riuscivo a portare a casa.

Se, ad esempio, una persona guadagna 2500 euro al mese (che possono sembrare tanti) ma, fra le spese, l’affitto, l’assicurazione, il mutuo e così via, spende 2100 euro in un mese, rimangono comunque 400 euro.

Quello che conta, quindi, è il bilancio: se una persona che guadagna 2500 ha un netto di 400 euro, allora non è tanto. In pratica, è lo stesso che guadagnavo io quando ero più giovane e senza avere spese (perché abitavo ancora a casa con i miei): per me era un bel guadagno.

Quindi, vedo tanti ragazzi che parlano di cose che non sanno, anche imitando altri personaggi. Uno di questi è Giorgio Tavazza che ha un canale YouTube molto seguito ed è stato anche intervistato da Montemagno in uno dei suoi video (che ora non è più disponibile, proprio perché Montemagno l’ha rimosso).

Sulla rimozione del video, per alcuni, l’ha fatto perché forse si è reso conto che Giorgio non era in realtà una persona da intervistare (io ho visto l’intervista e, in effetti, a mio parere, durante questa, il ragazzo si limitava solo a sorridere ma non diceva nulla di che, mancavano, cioè, dei contenuti).

Per me è, comunque, un ragazzo che si sta dando da fare, nonostante tutto ha solo 18 anni! Ma, per quanto una persona possa essere più matura dell’età che ha, a 18- 19 anni sei giovane e, comunque, per fare un qualsiasi business, è necessario un minimo di capitale su cui investire.

Quando ho iniziato con il mio primo blog, il capitale che avevo lo ricevevo dalle rendite di Adsense di Pianosolo (che, all’epoca, mi rendeva 150 euro al mese) e dai guadagni delle lezioni di pianoforte. Quei soldi li investivo per creare un blog o per fare una consulenza (come quella da 200 euro con Carlo D’Angiò, anche se non avevo tanti soldi da spendere).

Ma un ragazzo di 17 anni come fa a partire se non ha un minimo di entrata? Come fa a dire di guadagnare?

Se qualcuno nei suoi video dice cose che non conosce totalmente, finirà per esaurire i contenuti perché se non è esperto della materia e non ha il “sudore addosso”, ad un certo punto non saprà più cosa dire.

Attenzione, quindi, a non seguire falsi miti e falsi idoli! Mi rivolgo ai giovani: siate voi stessi e cercate la vostra personalità perché alla fine è proprio la personalità a fare la differenza!

Quando era uscito il boom Montemagno, tutti si facevano i video con la libreria dietro piena di libri, proprio come era solito fare lui. In molti, addirittura, hanno iniziato ad acquistare libri (anche se magari non ne avevano letto mai neanche uno), solo per avere una bella libreria “ricca”. Lo stesso Montemagno, all’interno di uno dei suoi tanti video, ha detto di aver iniziato a fare video in quel posto proprio perché era l’unico della casa dove non ci fosse qualcosa di imbarazzante e non era stata una scelta assolutamente “calcolata” per sembrare più intelligente.

Quindi il mio consiglio è: seguite voi stessi e non quello che fanno gli altri perché non sempre è la cosa giusta. Infatti, difficilmente la massa ha ragione. E poi: fate un po’ di esperienza prima di buttarvi.

Io ho diversi canali YouTube (e chi mi segue lo sa): essenzialmente il mio business principale è dedicato al mondo del pianoforte e lì, parlando di cultura, la gente che mi segue ha un minimo di cervello.

Ma quando parli di guadagno e business online, “raccatti tutta la feccia di YouTube” perché essenzialmente c’è chi:

  • cerca “guadagno online” su Internet, perché è realmente interessato;
  • pensa di sapere tutto ma cerca ugualmente informazioni online ma, appena gli viene detto qualcosa, è subito pronto a criticare;
  • invece di ascoltare ciò che qualcuno ha da dire, cerca, in questa persona, un difetto fisico.

L’altro giorno guardavo un video su YouTube di un ragazzo che seguo che parla di aerei e di come fanno le compagnie aeree ad imporre dei biglietti che costino così poco…

Questo ragazzo ha il monociglio e tutti gli commentavano facendo riferimento a questa sua caratteristica fisica. Quindi, lui stesso ha fatto un video per spiegare il perché di quella scelta estetica.

A questo proposito voglio parlare degli haters. Gli haters non riescono a capire che tipo di persona hanno davanti perché per loro sono tutti uguali e cioè dei truffatori. Quando ci si trova davanti un hater, bisogna saperlo gestire.

E lo si può fare in vari modi:

  • facendo finta di niente;
  • rispondendo al suo commento, sconvolgendo totalmente quello che lui si aspetta.

A questo proposito, ho letto un libro molto bello, Transurfing, che diceva che, quando si presentano queste situazioni, nella vita reale o nel mondo online, occorre rispondere con qualcosa che la gente non si aspetta.

C’è un video bellissimo su YouTube dove si vedono due tipi che iniziano a fare a cazzotti vicino ad una pizzeria e, ad un certo punto, il cameriere che aveva la pizza in mano, va dai due e offre loro un trancio di pizza.

Ovviamente, questa cosa ha spiazzato i due che litigavano. Invece che cercare di aizzarli o di separarli (le due azioni più comuni in queste situazioni) il cameriere offre un trancio di pizza, mettendo fine alla lite fra i due litiganti.

Quindi, bisogna cercare di rispondere con cose il più assurde possibile. Gli haters sono persone talmente inutili e che non hanno nulla da fare, che non ha senso perdere tempo con loro, rispondendo ai loro commenti.

Se proprio è necessario farlo, è meglio farlo in maniera pacata, educata e stravolgendo un po’ le regole del gioco. Quando un hater legge una risposta, da quella può capire che si trova davanti ad una brava persona e non ad un truffatore. Se, invece, si risponde ad un commento di un hater, insultandolo a sua volta, ci si potrebbe conquistare l’antipatia di chi, invece, fino ad allora vi seguiva pensando che foste una persona intelligente.

Io, a riguardo, ne ho passate tante: ho avuto e ho tanti haters sui miei canali però ho imparato a gestire queste cose. Infatti, puoi ricevere tanti commenti positivi che ti accrescono l’ego ma, basta anche solo un commento negativo per non farti dormire la notte. Questa gente non vi conosce, non vale nulla e fa il “leone da tastiera” senza avere niente di meglio da fare.

A questo proposito, ci sono stati anche degli episodi delle Iene in cui facevano ritrovare faccia a faccia dei personaggi famosi con i propri haters. Il risultato è stato che questi haters senza la tastiera e il monitor davanti, erano innocui e negavano di aver scritto quei commenti negativi ed offensivi.

Quindi un altro consiglio è: imparare a gestire gli haters. Io credo che a 17- 19 anni si possa essere ancora troppo vulnerabili per riuscirci.

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