Avviare un business di successo non è solo questione di liquidità e strategie: alcuni commettono il grave errore di non prendere in considerazione il mindset, ovvero l’atteggiamento generale e il modo di prendere decisioni che si celano dietro ogni grande imprenditore.
Il mindset è alla base di qualsiasi progetto ed assume lo stesso peso degli altri elementi: se non c’è il mindset giusto, il fallimento è certo.
I film ci presentano storie reali o fantastiche e hanno la capacità di stupirci, affascinarci, farci riflettere o commuovere, dipende dalla bravura e dalla storia che raccontano.
Negli ultimi anni si sono moltiplicati i film che raccontano le fatiche e i successi dei più grandi imprenditori e possono essere davvero un esempio per chi vuole intraprendere questo tipo di carriera.
Quand’è che ho fatto il passaggio da ragazzino ingenuo e cazzone a persona che capisce un pochettino come va il mondo?
Quando ho capito una sola cosa e cioè che al mondo le persone sono divise in due categorie. C’è una sponda e c’è un’altra sponda. Nel momento in cui riesci a capire quali sono i ruoli di ciascuna sponda, capisci in quale delle due sponde stare e questo ti potrà cambiare considerevolmente la vita.
Quali sono queste due sponde? C’è la sponda del produttore e la sponda del consumatore.
Siamo consumatori quando andiamo sabato pomeriggio a farci un giro alla MediaWorld oppure che al supermercato. In quel caso sono un consumatore, cioè vado a comprare un prodotto che possa andare a soddisfare dei bisogni e delle esigenze. Talvolta la maggior parte di questi acquisti sono acquisti d’impulso e i venditori fanno molto leva su questo aspetto emotivo. A tal proposito ti consiglio la lettura di Le armi della persuasione.
Dall’altro lato ci sono i produttori, cioè coloro che realizzano prodotti che i consumatori hanno bisogno. Quindi quando noi andiamo a comprare la pasta, dall’altro lato c’è una fabbrica che produce la pasta. Quando noi andiamo a comprare il giocattolo della lego al nostro cuginetto o per nostro figlio, dall’altra parte c’è un’azienda che costruisce i mattoncini di lego.
Quindi o sei consumatore o sei produttore.
Domanda da 1 milione di dollari: Secondo te, i soldi te li fai quando sei consumatore o quando sei produttore? Sicuramente ti sarai già risposto alla domanda. Ovviamente da un lato i soldi ti escono solamente dalle tasche, dall’altro ti entrano.
Quando inizi a essere produttore, vedi il mondo in maniera differente. Per esempio, quando fai delle ricerche su internet, pensi di stare facendo qualcosa di totalmente innocuo e pensi di trovare informazioni gratuite. Quando però passi al lato produttore, ti rendi conto che però quando tu entri su Google vieni catapultato all’interno di un mercato. Immaginati il mercato del sabato mattino 300.000 persone 400.000 bancarelle.
Quando Google ti dà i risultati di ricerca, che spesso sono blog, siti, video su Youtube. Tu pensi di ottenere queste informazioni gratuitamente ma in realtà i produttori di queste informazioni hanno creato questi contenuti (content marketing) col solo scopo di attirarti all’interno della loro offerta (cioè vogliono venderti qualcosa).
Ad un certo punto devi passare da consumatore a produttore. Se non fai questo passo, difficilmente potrai incrementare le tue entrate. Ti faccio un po’ di esempi per capire il tutto meglio. Tra studente e formatore (o studente e insegnante) secondo te, chi ci guadagna dei due in termini di soldi?
Oppure secondo te, guadagna di più uno che fa network marketing, oppure uno che crea un network marketing. Guadagna di più una persona che fa video su youtube (con la monetizzazione attiva) o una che crea Youtube.
Quello che veramente devi cercare di capire è che devi passare sempre passare dall’altro lato della staccionata che ti fa guadagnare di più. Tutti lì fuori cercano di inglobarti dentro qualcosa (qualche progetto) che sicuramente farà aumentare gli interessi degli altri (non i tuoi).
Quando decidi di passare dall’altra parte, il mio consiglio più spassionato è quello di farlo solo quando sei maturo e hai una certa esperienza. Oggi vediamo su Facebook e su Youtube ragazzi di 19 anni che sono appena usciti dalle superiori che hanno visto qualche video motivazionale e ti vogliono insegnare come hanno guadagnato €40.000. Cercano di venderti la mappa del tesoro quando loro stessi non sanno nulla.
Fai davvero attenzione perché quando ci metti la faccia e poi ti sputtani… è finita!!! Una volta che ti sei bruciato non puoi più recuperare. Basta, stop. Addio Business online. Perciò il mio consiglio è quello di fare la gavetta a lungo. Scrivi per blog altrui, apprendi da quelli che ne sanno più di te, sperimenti sempre in background e poi, solo quando sarai pronto, realizza il tuo prodotto o servizio e vendilo al mercato.
Dunque scrivi, scrivi, scrivi. Impara a scrivere. Già scrivere in italiano e senza errori è già una gran cosa, ma poi devi imparare a scrivere per vendere. A tal proposito ti consiglio questo libro, scrittura ipnotica del mio autore preferito (JoeVitale)
Con questo libro imparerai cosa significa scrivere su internet per vendere un prodotto. La scrittura ipnotica è diversa da quella dei romanzi e se sei abituato a quel tipo di scrittura, ti conviene disabituarti il prima possibile.
Questi erano i miei consiglio per oggi. Come al solito spero di esserti stato d’aiuto, non mi resta altro che salutarti e darti appuntamento al prossimo articolo/video, ciao!
Il contesto economico italiano in cui ci troviamo vede in gioco circa 4 milioni e 450 mila Piccole e Medie Imprese. Di queste, un buon 20% fallisce al terzo anno di vita, ed il 40% non supera indenne il quinto anno.
Ma quali sono le cause di questa mortalità precoce?
Un dato importante che può aiutarci a comprenderne le cause è la struttura delle PMI italiane. La maggior parte di esse, circa il 99,4% è costituito da microimprese, ovvero imprese con un numero di addetti inferiore a 10 (94,8%). Il restante 4,6% è costituito da piccole imprese con più di 10 addetti.
Ne consegue che nella maggior parte dei casi è l’imprenditore stesso a doversi occupare di tutto, dalle questioni operative a quelle burocratiche, tra cui:
gestire i rapporti con i clienti;
gestire i rapporti con i propri collaboratori;
fare team building;
occuparsi delle pratiche legate a obblighi di legge (es. sicurezza sui luoghi di lavoro, formazione del personale, sicurezza alimentare e haccp, etc.);
gestire la fatturazione e gli aspetti burocratici.
È quindi fondamentale organizzarsi al meglio in modo tale da riuscire a fare per il maggiore tempo possibile l’imprenditore – cioè colui che si occupa del Marketing dell’azienda – e delegare il più possibile le attività secondarie.
In questi ultimi anni ho capito che l’unico modo per dedicare più tempo al mio lavoro è ottimizzare la gestione di tutte le pratiche burocratiche. All’inizio utilizzavo i fogli excel per fare i preventivi e le fatture ma questo generava spesso confusione:
dovevo appuntarmi continuamente i numeri delle fatture;
non avevo un database in cui poter ricercare velocemente i clienti;
non avevo l’aggiornamento in tempo reale del mio fatturato;
non avevo processi automatici e veloci, era tutto manuale;
non avevo la possibilità di trasmettere la mia contabilità in tempo reale al mio commercialista;
e molto altro.
Con la crescita del mio fatturato è diventato praticamente impossibile riuscire a starci dietro e ho dovuto cercare un sistema automatico per gestire la fatturazione.
Così mi sono messo alla ricerca di sistemi che permettessero di rendere il tutto più “leggero e veloce”. Dopo vari tentativi (andati a male) e dopo essermi consultato con colleghi, sono arrivato a conoscenza di Fatture in Cloud. Posso creare preventivi e fatture anche quando sono fuori ufficio perché posso utilizzare l’Applicazione direttamente dal mio Smartphone.
L’applicazione consente di attivare delle notifiche per segnalare F24 da pagare, altre scadenze e di attivare automaticamente l’invio di solleciti di pagamento ai miei clienti, senza doverci pensare ogni volta. Funziona tutto in automatico, basta impostare il software secondo le mie esigenze.
Un altro aspetto vantaggioso è la possibilità di seguire in tempo reale l’andamento dei miei guadagni. Il software mi permette di visualizzare subito quali prodotti/servizi hanno influito di più sul mio fatturato e quali sono state le spese più importanti.
Quello che mi ha spinto a provare Fatture in Cloud è stata la possibilità di testare il software gratuitamente (e puoi farlo anche tu se sei nel regime forfettario). Il servizio è del valore di €200 l’anno + IVA ma puoi accedere gratis.
Fatture In Cloud aiuta i regimi forfettari perché consente di:
creare fatture e preventivi fuori ufficio o dal cliente in modo facile e veloce grazie all’applicazione scaricabile su android e iOS;
inviare solleciti di pagamento anche automatici ai clienti smemorati;
segnalare delle scadenze: Fatture In Cloud ricorda in automatico quando stanno per scadere i pagamenti in entrata e uscita, i moduli F24 e le tue scadenze personalizzate;
avere un collegamento diretto con il commercialista, dandogli accesso all’account così da risparmiare molto tempo ed evitare errori;
avere un commercialista a disposizione (per chi non ne dispone): Fatture in Cloud sceglie un commercialista presente nella tua zona in base alla sua esperienza con i clienti Fatture in Cloud.
Se hai qualche dubbio in merito scrivimi pure un commento qui sotto, ti risponderò il prima possibile. È ora di mettere il turbo alla tua impresa!
Oggi mi rivolgo ai giovani perché vedo che fra i marketers ci sono sempre più giovani (anche ragazzi di 17 anni, ad esempio). Bisogna fare attenzione perché ci sono tante persone che si spacciano per Marketer e Formatori, dando i propri consigli. Ma i consigli sono veramente validi solo se c’è dietro l’esperienza, altrimenti sono solo qualcosa che si può trovare tranquillamente online o su qualche blog o canale YouTube.
L’esperienza fa la differenza perché quando qualcuno spiega una cosa e ha dietro l’esperienza, riesce davvero a dare dei consigli utili cioè a dire come fare per non sbagliare, quali sono le difficoltà che ha incontrato nel suo percorso e come raggiungere veramente un obiettivo. Al giorno d’oggi tutti spiegano tutto, ma bisogna fare attenzione.
Quello che dico sempre io è che il giudice supremo fra quelli che parlano solo per il gusto di parlare e quelli che effettivamente guadagnano online, è il tempo.
Quanti sono apparsi e quanti sono scomparsi?
Fra qualche anno, meno della metà di queste persone sarà ancora presente online. Proprio l’altro giorno ho visto un paio di canali YouTube, nati da poco, di ragazzi di 17 anni che parlano come se fossero dei grandi e dispensano i propri consigli. Come dice Montemagno, sono solo degli “sbarbati”: è evidente che non hanno alle spalle l’esperienza necessaria per farlo.
Io ho iniziato a fare i miei primi soldi online dopo le superiori (a 19 anni) e a 20- 21 anni ho veramente iniziato a guadagnare online. Collaboravo con riv-eu, l’azienda di Mauro Franco e con le affiliazioni riuscivo a portare a casa circa 400 euro al mese. Ora, non è che con quei soldi fossi ricco ma l’importante era il netto che riuscivo a portare a casa.
Se, ad esempio, una persona guadagna 2500 euro al mese (che possono sembrare tanti) ma, fra le spese, l’affitto, l’assicurazione, il mutuo e così via, spende 2100 euro in un mese, rimangono comunque 400 euro.
Quello che conta, quindi, è il bilancio: se una persona che guadagna 2500 ha un netto di 400 euro, allora non è tanto. In pratica, è lo stesso che guadagnavo io quando ero più giovane e senza avere spese (perché abitavo ancora a casa con i miei): per me era un bel guadagno.
Quindi, vedo tanti ragazzi che parlano di cose che non sanno, anche imitando altri personaggi. Uno di questi è Giorgio Tavazza che ha un canale YouTube molto seguito ed è stato anche intervistato da Montemagno in uno dei suoi video (che ora non è più disponibile, proprio perché Montemagno l’ha rimosso).
Sulla rimozione del video, per alcuni, l’ha fatto perché forse si è reso conto che Giorgio non era in realtà una persona da intervistare (io ho visto l’intervista e, in effetti, a mio parere, durante questa, il ragazzo si limitava solo a sorridere ma non diceva nulla di che, mancavano, cioè, dei contenuti).
Per me è, comunque, un ragazzo che si sta dando da fare, nonostante tutto ha solo 18 anni! Ma, per quanto una persona possa essere più matura dell’età che ha, a 18- 19 anni sei giovane e, comunque, per fare un qualsiasi business, è necessario un minimo di capitale su cui investire.
Quando ho iniziato con il mio primo blog, il capitale che avevo lo ricevevo dalle rendite di Adsense di Pianosolo (che, all’epoca, mi rendeva 150 euro al mese) e dai guadagni delle lezioni di pianoforte. Quei soldi li investivo per creare un blog o per fare una consulenza (come quella da 200 euro con Carlo D’Angiò, anche se non avevo tanti soldi da spendere).
Ma un ragazzo di 17 anni come fa a partire se non ha un minimo di entrata? Come fa a dire di guadagnare?
Se qualcuno nei suoi video dice cose che non conosce totalmente, finirà per esaurire i contenuti perché se non è esperto della materia e non ha il “sudore addosso”, ad un certo punto non saprà più cosa dire.
Attenzione, quindi, a non seguire falsi miti e falsi idoli! Mi rivolgo ai giovani: siate voi stessi e cercate la vostra personalità perché alla fine è proprio la personalità a fare la differenza!
Quando era uscito il boom Montemagno, tutti si facevano i video con la libreria dietro piena di libri, proprio come era solito fare lui. In molti, addirittura, hanno iniziato ad acquistare libri (anche se magari non ne avevano letto mai neanche uno), solo per avere una bella libreria “ricca”. Lo stesso Montemagno, all’interno di uno dei suoi tanti video, ha detto di aver iniziato a fare video in quel posto proprio perché era l’unico della casa dove non ci fosse qualcosa di imbarazzante e non era stata una scelta assolutamente “calcolata” per sembrare più intelligente.
Quindi il mio consiglio è: seguite voi stessi e non quello che fanno gli altri perché non sempre è la cosa giusta. Infatti, difficilmente la massa ha ragione. E poi: fate un po’ di esperienza prima di buttarvi.
Io ho diversi canali YouTube (e chi mi segue lo sa): essenzialmente il mio business principale è dedicato al mondo del pianoforte e lì, parlando di cultura, la gente che mi segue ha un minimo di cervello.
Ma quando parli di guadagno e business online, “raccatti tutta la feccia di YouTube” perché essenzialmente c’è chi:
cerca “guadagno online” su Internet, perché è realmente interessato;
pensa di sapere tutto ma cerca ugualmente informazioni online ma, appena gli viene detto qualcosa, è subito pronto a criticare;
invece di ascoltare ciò che qualcuno ha da dire, cerca, in questa persona, un difetto fisico.
L’altro giorno guardavo un video su YouTube di un ragazzo che seguo che parla di aerei e di come fanno le compagnie aeree ad imporre dei biglietti che costino così poco…
Questo ragazzo ha il monociglio e tutti gli commentavano facendo riferimento a questa sua caratteristica fisica. Quindi, lui stesso ha fatto un video per spiegare il perché di quella scelta estetica.
A questo proposito voglio parlare degli haters. Gli haters non riescono a capire che tipo di persona hanno davanti perché per loro sono tutti uguali e cioè dei truffatori. Quando ci si trova davanti un hater, bisogna saperlo gestire.
E lo si può fare in vari modi:
facendo finta di niente;
rispondendo al suo commento, sconvolgendo totalmente quello che lui si aspetta.
A questo proposito, ho letto un libro molto bello, Transurfing, che diceva che, quando si presentano queste situazioni, nella vita reale o nel mondo online, occorre rispondere con qualcosa che la gente non si aspetta.
C’è un video bellissimo su YouTube dove si vedono due tipi che iniziano a fare a cazzotti vicino ad una pizzeria e, ad un certo punto, il cameriere che aveva la pizza in mano, va dai due e offre loro un trancio di pizza.
Ovviamente, questa cosa ha spiazzato i due che litigavano. Invece che cercare di aizzarli o di separarli (le due azioni più comuni in queste situazioni) il cameriere offre un trancio di pizza, mettendo fine alla lite fra i due litiganti.
Quindi, bisogna cercare di rispondere con cose il più assurde possibile. Gli haters sono persone talmente inutili e che non hanno nulla da fare, che non ha senso perdere tempo con loro, rispondendo ai loro commenti.
Se proprio è necessario farlo, è meglio farlo in maniera pacata, educata e stravolgendo un po’ le regole del gioco. Quando un hater legge una risposta, da quella può capire che si trova davanti ad una brava persona e non ad un truffatore. Se, invece, si risponde ad un commento di un hater, insultandolo a sua volta, ci si potrebbe conquistare l’antipatia di chi, invece, fino ad allora vi seguiva pensando che foste una persona intelligente.
Io, a riguardo, ne ho passate tante: ho avuto e ho tanti haters sui miei canali però ho imparato a gestire queste cose. Infatti, puoi ricevere tanti commenti positivi che ti accrescono l’ego ma, basta anche solo un commento negativo per non farti dormire la notte. Questa gente non vi conosce, non vale nulla e fa il “leone da tastiera” senza avere niente di meglio da fare.
A questo proposito, ci sono stati anche degli episodi delle Iene in cui facevano ritrovare faccia a faccia dei personaggi famosi con i propri haters. Il risultato è stato che questi haters senza la tastiera e il monitor davanti, erano innocui e negavano di aver scritto quei commenti negativi ed offensivi.
Quindi un altro consiglio è: imparare a gestire gli haters. Io credo che a 17- 19 anni si possa essere ancora troppo vulnerabili per riuscirci.
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