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Blog, Guadagnare

Occorre ancora un Blog per Guadagnare Online nel 2019?

Dicembre 10, 2018by Christian Salerno (Krikko)Nessun commento

Oggi è possibile realizzare un business online senza l’obbligo di avere un blog?

Ti racconto un po’ della mia esperienza: io ho cominciato a fare web marketing, quindi ad essere visibile online e su YouTube, dal lontano 2009.

Sul canale Guadagnocolblog ho iniziato nel 2011 ma, nel 2009 ho aperto il mio canale sul pianoforte: i miei primi video erano girati con una videocamera obsoleta (erano gli inizi e solo dopo un po’ di tempo le cose si sono evolute).

Nel 2009, per quanto riguarda il settore musicale non c’era nessun’ altro.

https://www.youtube.com/watch?v=OQIzfDwBItY

Io ero l’unico e, infatti, ogni mio video faceva migliaia e migliaia di visualizzazioni.

Invece, dell’online marketing c’erano più persone a parlarne.

Io, però, ero l’unico che realizzava video perché tutti gli altri scrivevano articoli o creavano contenuti scritti su di un blog.

Ero il solo ad utilizzare video per comunicare: infatti, se vai a vedere i miei primi vecchi video, noterai che hanno molte visualizzazioni perché all’epoca c’erano algoritmi diversi e c’era molta meno concorrenza.

Però qual è la cosa di cui mi vanto? (E permettimelo, perché me ne vanto davvero tanto).

È che, dal 2009 fino ad oggi, hovisto tantissimi Guru e web marketer (nel periodo 2010 – 2011 – 2012) spuntarecome funghi e, così come nascevano, così sparivano.

Mentre io sono sempre rimasto e ho sempre pubblicato con regolarità.

Questo che cosa fa capire?

Che quei Guru e web marketer che sono spuntati e promettevano l’El Dorado o cose impossibili, probabilmente hanno cercato di puntare tutto sull’online ma hanno fallito.

Se una persona, invece, è presente da più anni in un campo, due sono le cose: o non ha ritorni di nessun tipo ma lo fa comunque per passione oppure vuol dire che qualcosa gli ritorna e quindi, avendo dei ritorni, continua a fare quello che fa.

Un altro piccolo trucco che ti voglio svelare (chiamiamolo così) è che quando vedi delle sponsorizzazioni su Facebook, sempre delle stesse persone, non insultarlo o “imprecare” contro di lui!

Infatti, quando vedi una pubblicità, questa è già sinonimo di un’attività o di un “qualcosa” che funziona.

Come si fa a capire che una cosa funziona?

calendario-articoli

Se vedi delle pubblicità continue, vuol dire che quella persona che fa la pubblicità, da quella pubblicità rientra dell’investimento che ha fatto.

Altrimenti non continuerebbe a spendere centinaia o migliaia di euro per farle: è proprio grazie a quelle pubblicità, probabilmente, che va ad alimentare un business.

Quindi, quando vedi le pubblicità continue di una certa persona, quello è un chiaro segnale che quella “cosa” sta funzionando.

Comunque, tornando al 2009, tutti avevano un blog perché era lo strumento principale per comunicare.

Invece, erano pochissimi che utilizzavano i video (YouTube) come mezzo di comunicazione, anche perché c’erano tecnologie obsolete e trovare strumentazione di qualità e a basso costo era difficile.

Avevamo tutti un blog, perché il blog era molto seguito: mi ricordo che dicevo ai miei utenti che avrei pubblicato un post ogni due giorni e quindi i lettori che mi seguivano sarebbero dovuti venire sul blog guadagnocolblog.it ogni due giorni.

Non dico che erano gli albori di Internet ma anche i lettori italiani iniziavano ad imparare come funzionavano i motori di ricerca, come salvare un sito tra i preferiti e così via.

Quindi, questa era la strategia: scrivere contenuti interessanti sul blog con una certa frequenza, il lettore “immagazzinava” quel dato blog (nel mio caso, guadagnocolblog.it) e ogni tot. di giorni passava per guardare il nuovo contenuto pubblicato.

Oggi i siti sono davvero tanti e diventa davvero difficile ricordare quale sia il dominio di un certo sito internet.

Inoltre, anche la concorrenza è spietata.

L’evoluzione, però, ha portato alla creazione di un database di email in modo tale che una persona può anche dimenticarsi chi sono, come mi chiamo o si chiama il mio blog, ma riceverà periodicamente delle mail nella propria casella di posta elettronica per essere avvisato della pubblicazione di un nuovo articolo e se è interessato, lo andrà a guardare.

Questo è stato lo step successivo fino ad arrivare ai giorni d’oggi in cui non è più necessario avere un blog (che all’epoca serviva per comunicare con le persone che ti seguivano e per pubblicare delle offerte).

Oggi, infatti, con tutti i Social che ci sono, avere un blog non è più strettamente necessario.

A questo proposito, voglio fare una distinzione fra i Social perché ci sono alcuni di questi che non sono motori di ricerca come ad esempio Instagram e Facebook in cui si può solo ricercare un’azienda o una persona ma non i possono ricercare i contenuti che quell’azienda o quella persona pubblicano.

Si possono fare delle piccole ricerche come ad esempio cercare Marco Montemagno (che, da sempre, pubblica un video al giorno su Facebook) ma, se si vuole ricercare un suo vecchio video, l’impresa sarà veramente ardua.

Mentre, ad esempio, YouTube è un ibrido perché è sia un motore di ricerca (non a caso, appartiene a Google) sia un Social network.

Quindi, se si ricorda l’argomento che trattava Marco Montemagno in un certo video, si potrà ricercare qualche parola chiave e, con molta probabilità si riuscirà a trovare il video che si cercava.

Questa è proprio la forza di YouTube!


YouTube è una piattaforma web, fondata il 14 febbraio 2005, che consente la condivisione e visualizzazione in rete di video (video sharing). Gli utenti possono anche votare e commentare i video. Sul sito è possibile vedere videoclip, trailer, video divertenti, notizie, slideshow e altro ancora

Wikipedia.

Inoltre, funge anche da Social network perché aggrega persone, crea community, permette di apprezzare o meno dei contenuti (con le funzioni like e dislike) e, oggi, consente anche la possibilità di pubblicare post scritti (è una funzionalità che va tantissimo).

Infatti, se hai un canale YouTube e ancora non la conosci, ti spiego come trovare questa funzione: saprai già che all’interno di un canale YouTube ci sono le sezioni Home, Video o Informazioni (che mostra il conteggio totale delle visualizzazioni) ma c’è anche la sezione Community, in cui si può pubblicare un post come su Facebook, solo che verrà pubblicato direttamente su YouTube e agli iscritti al canale dovrebbe arrivare una notifica oppure riusciranno a trovare quel post nella Home di YouTube, scorrendo.

Questa evoluzione ha fatto sì che il blog non fosse più indispensabile:ci sono i Social network, questi motori di ricerca, appunto, che permettono di renderti visibile, di farti ricercare e di farti ricordare.

In più, lo dico sempre, lacomunicazione video è la più semplice e la più efficace perché le persone ti vedono e si ricordano della tua faccia.

A me capita, per esempio, che si ricordino di me come di “quello che suona il pianoforte” ma non è che perché faccio il musicista come lavoro, io non possa avere altre passioni o essere interessato ad altro!

Io suono il piano, faccio il musicista di mestiere e faccio concerti ma, siccome è dal 2009 che faccio questo e mi promuovo online costantemente e incessantemente, ho accumulato in questi anni una certa esperienza che condivido, con te e con chi mi segue,all’interno del canale guadagnocolblog.

Quando ai musicisti spiego che sono la stessa persona che suona il piano e che spiega delle tecniche di web marketing, rimangono veramente stupiti.

Ecco perché ho sempre voluto tenere separate le due cose perché non puoi pensare, in Italia, di parlare di arte, che è considerate come una cosa “sacra” e di soldi che sono una cosa “profana”.

Comunque, ti ho detto tutto questo solo per farti capire ancora meglio che oggi, anche solo tramite i Social, è possibile vendere.

Ti faccio di nuovo l’esempio di Marco Montemagno (che è sicuramente uno dei più conosciuti).

Montemagno non ha un blog e, infatti, se lo ricerchi, troverai solamente qualche sales pages o squeezepage (per ottenere indirizzi email) proprio perché lui ha basato tutta la sua visibilità e il suo posizionamento essenzialmente tramite i Social.

Ha fatto per un anno e mezzo video che non hanno riscosso molto successo ma, tramite le sponsorizzazioni,piano piano è riuscito a creare la sua community, prima su Facebook e poi su YouTube e adesso sta cercando altre soluzioni.

Quando sono partito nel 2009…

Ma qual è stato il problema (che ho avuto anch’io)?

Il problema è che quando io sono partito (nel 2009) come punto di riferimento in Italia c’era Robin Good(che è ancora oggi un grandissimo comunicatore).

Robin Good si vantava di essere stato il primo italiano a guadagnare un milione di euro tramite Google Adsense: si tratta di pubblicità inserite su un blog e, in base alle visualizzazioni avute su quel blog, c’è più possibilità che qualcuno clicchi e guardi quelle pubblicità e quindi che ci sia un guadagno.

Quindi, noi della “generazione 2009-2010” del web marketing, siamo cresciuti con questa idea: creare un blog, ottenere tante visite (e quindi tanti clic) per guadagnare: solo questo era il modo per sopravvivere online.

Alla lunga si intuiva che questa strategia non era sostenibile: lo era solamente per blog molto seguiti come quello di Salvatore Aranzulla e, per un certo periodo anche il mio sito Pianosolo.it che aveva 6000 visite al giorno (oggi, per fortuna, sono anche cresciute) e che riusciva a sostenersi.

Poi c’è stata la crisi e il calo degli ingressi pubblicitari e Pianosolo non ha più ottenuto quello stesso successo, quindi ho dovuto reinventarmi, anzi, tutti abbiamo dovuto reinventarci e trovare dei metodi nuovi per monetizzare.

Che cosa era successo?

Era successo che tutti basavano la propria strategia su pubblicità esterne (come Google Adsense) senza creare nulla di fatto, senza, cioè creare alcun business.

Ci si affidava semplicemente a delle pubblicità che garantivano solo pochi centesimi a clic: questo non si poteva considerare, di certo, un business.

Quindi, una volta creata una community di gente interessata e vogliosa di seguirti, che, nel corso del tempo, si fidava di te, non riuscivi comunque a monetizzare nulla.

Molta gente chiedeva consigli: adesempio a me chiedevano di insegnare loro un certo brano o di mostrare un videotutorial di un pezzo; altri mi consideravano il miglior insegnante, pur essendo fisicamente molto distante dal punto di vista geografico.

In sintesi, tanta gente mi seguiva ma nessuno era disposto a pagare qualcosa.

Voglio precisare una cosa: anche se si tratta di un business online, non è detto che per questo abbia meno valore di un business offline.

Anche un business online è rispettabile, occupa comunque del tempo e deve generare entrate.

Nonostante non si paghi l’affitto di una struttura per la propria attività (e questo è sicuramente un vantaggio e una spesa in meno da considerare), non vuol dire che ci si debba “svendere” o lavorare gratuitamente.

In seguito, dal 2014-2015 è iniziato il business dei video corsi.

Tutti i “grandi” ne parlavano: anche Montemagno ha cominciato a pubblicizzare i suoi primi video corsi e, non voglio dire di essere stato il pioniere dei video corsi, ma anche io, insieme agli altri, avevo capito che il metodo principale per monetizzare era, appunto, quello di vendere informazioni.

E questo lo diceva anche Italo Cillo (che purtroppo non è più fra noi) e cioè “vendere infoprodotti”,che siano ebook, audio oppure, come al giorno d’oggi, video corsi, che sono lo strumento più potente.

Quali sono gli strumenti disponibili per promuovere i video corsi?

I soliti strumenti cioè il blog (che oggi non è più indispensabile), Facebook, Instagram, YouTube e sicuramente arriveranno sempre più piattaforme.

Addirittura, mi diceva un mio amico, che sua sorella è diventata una web star di Pinterest, Social network che io credevo si usasse tantissimo solo all’estero ma a quanto pare è “in voga” anche in Italia.

Questa ragazza è un’artista che dipinge ed è molto seguita.

Non conosco molto di questo Social network però ogni tanto ci capito, perché il motore di ricerca mi ci rimanda soprattutto quando ricerco degli spartiti musicali.

Quindi, ci sono tante possibilità e tanti modi di essere visibili ma bisogna sicuramente trovare i migliori e, soprattutto, bisogna trovare il modo di monetizzare questa visibilità: se il tuo video o il tuo articolo fanno un milione di visualizzazioni ma non “ti fanno entrare in tasca niente”, allora non funziona.

Quindi, spero che queste mie esperienze che ho condiviso con te, ti abbiano arricchito. Il succo è che oggi non è indispensabile avere un blog anzi, è meglio non averlo, così non dovrai nemmeno pagare quei 20 euro all’anno per il servizio di hosting!

Ovviamente sto scherzando.

Ma quello che voglio dirti è che, se hai un blog, tanto meglio, però sappi una cosa (e questo ci tengo veramente tanto a dirlo): non pensare che, una volta aperto un blog e scritto degli articoli, la gente si precipiterà su di esso perché, purtroppo, non è così.

La concorrenza è spietata e, inoltre, affinché il tuo sito inizi ad indicizzarsi sui motori di ricerca in modo organico (ovvero senza pagare), ci vorrà del tempo (mesi o anche anni).

Sugli strumenti per webmaster di Google vengono mostrate le indicizzazioni dei siti.

Se, ad esempio, vado a vedere le indicizzazioni di alcuni articoli del mio sito di web marketing guadagnocolblog.it, vedrò che alcuni articoli non si sono mai indicizzati mentre altri sono in prima, seconda o terza pagina ma per raggiungere questo risultato c’è voluto tempo e che altri blog linkassero al mio.

Solo dopo questo tempo, Google ha capito che il mio blog è un blog di valore e quindi mi ha fatto scalare la sua classifica.

In conclusione ti dico che ogni cosa ha suo tempo: se vuoi il Turbo, devi pagare.

 

Autoresponder, Blog

Il miglior modo per ottenere indirizzi e-mail (fare lead generation)

Novembre 17, 2018by Christian Salerno (Krikko)Nessun commento

Oggi parleremo di sponsorizzazioni e di come continuare ad ottenere nuovi indirizzi email. Perché è importante continuare ad avere nuovi indirizzi email?

Perché lo scopo di ogni marketer è quello di allargare continuamente il proprio database con nuovi indirizzi email in modo da avere sempre potenziali clienti a cui offrire i propri prodotti.

Ad esempio, 3000 indirizzi email non sono pochissimi ma nemmeno tantissimi e per questo c’è sempre bisogno di incrementare. Molta gente riesce ad ottenere 1000 nuovi indirizzi email a settimana o addirittura 10000!

Ma tutto dipende dalla tua capacità di farti trovare sul web, dalla tua capacità di investire e da quanto sei disposto ad investire per avere nuovi indirizzi email, nuovi lead, ovvero contatti a cui poter offrire i tuoi prodotti.

Ci sono tanti modi, che si utilizzavano già nel passato (in quello che io definisco web 1.0) ma che funzionano anche oggi, per riuscire ad ottenere nuovi indirizzi email.

Offrire gratuitamente un report

Se mandi del materiale gratuito (come un report) a qualcuno, hai molta possibilità di ottenere indirizzi email.

Io, ad esempio, qualche mese fa, avevo dato un report gratuito su alcune chicche (vere e proprie chicche e non cose che si leggono gratuitamente sui blog) su come monetizzare al meglio il proprio blog: ho creato una squeeze page molto veloce, senza un video ma solo con l’immagine di questo report e con la dicitura “Se mi lasci il tuo indirizzo email, puoi scaricare gratuitamente questo report”.

Devo dire che ha avuto un buon tasso di conversione, nonostante fossi poco fiducioso.

Infatti, sappiamo che in Italia tutti si spacciano per grandissimi marketer che guadagnano migliaia di euro al giorno con il computer ma, in realtà, bisognerebbe sempre vedere cosa fanno veramente.

Durante la mia esperienza e nelle mie collaborazioni mi sono sempre più reso conto che ci sono tante persone che si spacciano per milionari con il web e che vogliono insegnarti a diventare milionario, solo “perché hanno un cuore d’oro”. Comunque, a parte questa digressione, ho potuto constatare che quella tecnica funziona davvero (ma non sto dicendo nulla di nuovo, perché lo dicono tutti da tanto tempo).

La tecnica consiste appunto nel creare un report, ad esempio un piccolo ebook di poche pagine (10-20 pagine), che mostri direttamente e senza fronzoli quello che stai dicendo, da offrire gratuitamente in cambio dell’indirizzo email.

Nel mio caso, all’interno del mio report, spiegavo come settare il proprio blog per farlo monetizzare. Ho diviso il report in due o tre capitoli e ho utilizzato una grafica accattivante,  utilizzando anche Illustrator (un programma abbastanza avanzato).

La persona che scarica il report, può anche stamparlo e leggerlo con tutta tranquillità. Di solito è buona norma inserire all’interno del report qualche link che riporta a qualche tuo corso online, corso, ebook, audio corso e così via, in modo tale che, se l’utente ha trovato quelle pagine interessanti, gli piace il tuo modo di scrivere, di esprimerti e di spiegare e vuole approfondire, sa dove andare tramite i link (la bellezza dell’ebook è proprio la presenza di questi link da cliccare) che rimandano direttamente al tuo sito o ad altri siti esterni dove è possibile trovare il tuo prodotto e approfondire il discorso.

Sponsorizzazioni

Non basta solamente offrire il report gratuito sul tuo blog. Infatti, in genere serve un passo in più cioè la sponsorizzazione del tuo report, ad esempio su Facebook o su altre piattaforme.

In questo modo riuscirai a raggiungere un target diverso dalla gente che arriva in genere sul tuo blog. La gente che arriva sul tuo blog è, molto probabilmente, gente che è già ad un livello avanzato perché ti segue da diverso tempo: ogni giorno visita il tuo blog per vedere se ci sono contenuti nuovi.

Ma le persone che non ti conoscono, non arriveranno mai sul tuo blog se non, ad esempio, tramite ricerche su Google. Invece, se sponsorizzi, puoi arrivare direttamente a loro andando ad intercettare le loro esigenze, i loro interessi semplicemente facendo comparire, ad esempio, sulla loro Home di Facebook, la tua pubblicità che dice di scaricare gratuitamente il tuo ebook o il tuo report.

Il problema di questo tipo di sponsorizzazioni è che alcuni in Italia sono diventati un po’ furbi e hanno imparato a crearsi più account email: uno “serio” e uno di spam dove farsi arrivare tutto il materiale gratuito.

Così facendo, chi sponsorizza, ci guadagna poco e, anzi, ha solo speso in pubblicità: la persona che ha cliccato leggerà il materiale che gli hai mandato e poi non guarderà più quell’indirizzo di posta. Perciò non riceverà le tue offerte future.

Alcuni, per cercare di superare questo ostacolo, scrivono esplicitamente di lasciare “la tua migliore email” ma, a mio modesto parere, questo è un altro modo per incentivare il meccanismo della creazione degli indirizzi email “fasulli” per ricevere solo i contenuti gratuiti.

Quindi, devi solo sperare che la gente abbia un po’ di buon senso e ti dia il suo indirizzo email migliore per ricevere il tuo contenuto gratuito. E ti dico che, se veramente quella persona vuole rimanere in contatto con te, lo farà e ti darà la migliore email che ha.

Titoli come “ti insegno a fare 5000 euro in un giorno” in genere, sono quelli che attirano soprattutto indirizzi email fasulli. Se la gente a cui offri i tuoi contenuti “non è un granché”, allora riceverai email di basso livello da profili di basso livello cioè gente che essenzialmente non acquisterà mai nulla da te.

 

Webinar

Un altro modo per “catturare” indirizzi email (e sicuramente è una tecnica di livello superiore) è quello di insegnare, cioè trasmettere informazioni gratuite tramite un webinar. Nel mio caso potrebbe essere: “Venerdì prossimo ti insegno a suonare il pianoforte in stile blues”.

Se qualcuno è interessato, si può iscrivere al webinar e, durante quell’incontro, io insegnerò agli iscritti quali sono i segreti per creare melodie blues accattivanti. Per iscriversi al webinar, è necessario lasciare il proprio indirizzo email, perché è proprio su quell’indirizzo email che arriveranno le comunicazioni precise sull’appuntamento: orario e data, ad esempio.

Quindi, la persona interessata all’incontro deve indicare il suo indirizzo email migliore. Alcuni webinar, addirittura, necessitano di una vera e propria registrazione: bisogna lasciare la propria email perché poi, per accedere ed entrare su quella piattaforma, sarà necessario inserire il proprio indirizzo email per partecipare al webinar.

Questo è sicuramente un ottimo sistema per avere email certificate e verificate.

Inoltre, è un metodo molto serio perché si tratta di un vero e proprio appuntamento con un orario e una data definita. Anche se, per esperienza ti dico che non tutte le persone di cui hai ottenuto gli indirizzi email parteciperanno effettivamente al webinar, per vari motivi: impegni sopravvenuti, dimenticanze o altro ancora.

In definitiva… Perché è importante ottenere indirizzi email?

E’ importante perché in questo modo ricevi indirizzi email di potenziali clienti, quindi di persone che inizieranno a seguirti (soprattutto se quello che gli dici è interessante per loro). E quando le persone ti seguono, sono anche interessate (eventualmente pagando) ad avere degli approfondimenti.

Quindi, all’interno del webinar, è importante mostrare ai tuoi interlocutori il tuo valore, le tue conoscenze e far intuire che, se vogliono approfondire ancora di più il discorso, lo potranno fare, eventualmente pagando. Questo è l’unico modo per riuscire ad impostare un business che si sostiene.

firma per computer

Guadagnare, Vendere

Come Fare €100 al Giorno per 1 Mese

Novembre 12, 2018by Christian Salerno (Krikko)Nessun commento

L’altro giorno stavo guardando un video su YouTube e, come al solito, mi è comparsa una pubblicità e ci ho cliccato sopra.

Mi sono stupito di come in questa pubblicità ci fosse ancora qualcuno che cercasse di sponsorizzare modi per guadagnare online con il trading in modo semplice.

In più, c’erano delle falsissime testimonianze di persone che stavano, in maniera davvero evidente, recitando un copione per far credere che il metodo funzionasse alla grande! Mi rammarica sempre il fatto che in Italia si cerchi sempre di truffare gli altri e, soprattutto, di guadagnare truffando gli altri.

I pochi che hanno ancora un po’ di etica (e io credo di essere fra questi) continuano ad essere visti sotto una cattiva luce, perché la gente pensa sempre di poter essere truffata. Allora, visto che vi voglio truffare, per trasparenza, vi descrivo le entrate di novembre del mio sito e la media delle mie vendite giornaliere (100 €).

Certo, un giorno si guadagna di più, un giorno di meno (anche se solitamente si recupera sempre). Non è detto che si guadagnino 100 euro ogni giorno! Infatti, dipende: un giorno di più, un giorno di meno…100 € è la media!

Voglio darti un’ulteriore prova che è possibile farcela online: te lo dico, non è facile perché bisogna impostare diverse cose. Infatti, i risultati che ho raggiunto, non li ho ottenuti dopo un mese e, anzi, dato che sono partito da solo e senza nessuno che mi spiegasse nulla (senza alcun “guru”, in pratica), ho commesso spesso degli errori, ho avuto dei rallentamenti, ho dovuto rifare tutto e ho incontrato altri “incidenti di percorso”.

Posso dirti che il business che ho attualmente è frutto di tutta la mia esperienza passata e, ovviamente, ha preso piede più facilmente perché ormai so come procedere, quali passi fare, le strategie che funzionano e così via. Certo, non si parla di guadagni stratosferici da migliaia di euro (ma sono sicuro che si può arrivare a questi risultati, anche se non è il mio caso).

Onestamente, una media di 100 euro al giorno per 30 giorni permette tranquillamente di valutare di abbandonare il proprio lavoro perché si è raggiunta una certa stabilità nel lavoro online. Prima di prendere questa decisione, è bene chiaramente valutare diverse cose, anche se è proprio questo il punto di partenza per fare quello che si vuole.

Ho raccolto nel video corso online “Deus Pecunia” come si imposta un business di questo tipo ed inoltre, potrai trovare altre prove che quello che dico è vero: saranno sicuramente spunti molto interessanti per te.

Guadagnare

Passaggi per Guadagnare Online [La Guida]

Ottobre 31, 2018by Christian Salerno (Krikko)Nessun commento

Quali sono i passaggi per guadagnare online? Qui le risposte per tutti coloro che mi pongono questa domanda, per email o sui social.

La risposta è un po’ lunga ma essenzialmente semplice: per iniziare, dimenticati del mondo online e pensa al mondo offline, quello della vita reale. Quali sono i modi per guadagnare? Ce ne sono tanti – naturalmente stiamo parlando di quelli leciti – così come online. Se vogliamo riuscire a riassumere tutto, anche se superficialmente, in una sola risposta, potremmo dire che innanzitutto è necessario fare una ricerca di mercato per comprendere a quale target di utenti corrisponde una determinata esigenza; poi capire quale prodotto può soddisfare quell’esigenza o risolvere quel problema e, infine, vendere tale prodotto.

Questi sono i primi tre step. Se trasferiamo questo concetto nell’online, non cambia niente: bisogna sempre iniziare con una ricerca di mercato, ma in questo caso saremo molto facilitati e tutto sarà più semplice. Nell’online è tutto estremamente tracciabile: ad esempio, se realizzeremo una pubblicità avremo la possibilità di monitorare e vedere quanti tra coloro che l’hanno visualizzata hanno poi realmente acquistato il prodotto. Come detto, questo è il primo dei tre passaggi. Una volta comprese le necessità del pubblico, dovremo trovare un prodotto e poi venderlo.

Sicuramente tu avrai, come me e come tutti quelli che sono partiti senza avere una guida, provato diverse strade sul web, ma io credo che questi siano gli step obbligatori per chiunque si affacci al mondo del guadagno online. Probabilmente sarai passato per AdSense e per tanti altri sistemi di guadagno, fino a giungere ad una conclusione ovvia ma non banale: per guadagnare devi vendere. Senza vendita, non c’è guadagno.

Bisogna quindi lasciar perdere tutti quei modi per guadagnare qualche spicciolo, come compilare sondaggi, guardare pubblicità eccetera; questi sono metodi che vanno bene per i più giovani che necessitano, magari, di denaro soltanto per pagare la pizza nel week-end con gli amici e che non hanno molte pretese.

Iniziamo a parlare dei passaggi più importanti. Il primo passaggio, quello dell’analisi di mercato, è facile e comprensibile per tutti. Per quanto riguarda il secondo passaggio, bisogna ricordare che se nella vita si può aprire un negozio, sul web si può aprire un e-commerce, un canale YouTube, oppure Twitter, Facebook, Instagram o qualsiasi altra cosa a scelta. L’importante è farlo bene!

A questo punto abbiamo bisogno di un prodotto: o lo crei tu e ti occupi di realizzarlo, oppure utilizzi il marketing di affiliazione, che consiste nel rivendere un prodotto già realizzato da altri ottenendo delle percentuali su ogni vendita. Naturalmente, se il prodotto lo realizzi in prima persona guadagnerai il 100% sulla vendita. Nel caso invece del marketing di affiliazione non ci sarà alcuna perdita di tempo perché si dovrà soltanto rivendere il prodotto pubblicizzandolo: ovviamente, in caso di vendita, la tua percentuale di guadagno sarà minore perché la maggior parte del ricavato andrà a chi si è occupato della realizzazione del prodotto. Si tratta, in genere, di un guadagno del 30% o se ci rivolgiamo ad Amazon anche di percentuali più basse, come il 3%. Nella categoria elettronica si può arrivare anche al 10%.

Ormai sono chiari i motivi per i quali è preferibile realizzare un proprio prodotto piuttosto che rivendere quelli degli altri. Per esperienza ti dico che i prodotti altrui possono non essere duraturi; nel caso di un prodotto da te realizzato, sai quanto tempo hai impiegato, conosci il contenuto e sei consapevole che sarà messo in vendita anche per molti anni. Nel caso dell’affiliazione, viene fatto il lancio e viene sponsorizzato il prodotto, ma poi capita che dopo anche solo un mese il sito scompaia, assieme alla landing page e al prodotto.

Questo comporta una perdita in fatto di immagine, ma anche di tempo in quanto bisognerà andare su tutti i propri siti e social a rimuovere il link rotti.

Se invece tu hai creato la pagina ed il prodotto, avrai il massimo controllo sulla situazione e potrai gestire tutto al meglio.
Tutti quei business gestiti da siti che non ci appartengono, come YouTube o Instagram, non sono di tipo sostenibile perché può succedere di tutto in qualunque momento. Ad esempio, a fine novembre verrà discussa una proposta di legge – che potrebbe essere accettata o respinta – in cui i big di informazione come YouTube dovranno decidere se prendere interamente la responsabilità dei video caricati da altri.

Questo serve per difendere il diritto d’autore: quando ad esempio io carico un video sono certo di inserire materiale del tutto originale, come musiche, parole utilizzate eccetera. Se qualcuno ritiene che il video non sia originale, può sporgere denuncia e ne risponderà l’autore. Se invece questa legge verrà approvata, a rispondere ad ogni denuncia sarà sempre e solo YouTube. Ne consegue che prima di approvare un video Youtube dovrà controllarlo minuziosamente: è chiaro quindi che ci sarà una mole di lavoro infinita per controllare ogni singolo video che viene caricato. Di conseguenza un video caricato oggi potrebbe essere approvato tra un mese: ne risentiranno i video di news, che quando verranno pubblicati potranno parlare già di qualcosa di obsoleto. Forse l’approvazione automatica sarà data alle grandi aziende e questo sarà penalizzante per i i canali con pochi iscritti.

Come vedi, qui in Italia, ma anche all’estero, vengono messe delle leggi che non vanno ad incentivare i creativi ma solo a penalizzarli. Dunque creare un prodotto ha i suoi pro, come il massimo controllo, ma anche dei contro, come il grande lavoro per organizzare la tabella di marcia e la realizzazione.

Ma che cos’è il prodotto? Innanzitutto bisogna sapere che è possibile realizzare qualsiasi cosa. Se si tratta di un prodotto fisico allora il tuo diventerà un e-commerce (cosa che prevede grande fatica e costi, come l’iscrizione alla camera di commercio); se invece vogliamo partire in piccolo, possiamo iniziare con il materiale digitale e in questo campo ci sono e ci sono state persone che hanno avuto grandi risultati. In questo caso non ci saranno costi di spedizione, di costruzione, ma venderemo informazioni in varie forme: audio, ebook, Excel, PowerPoint o video. Di conseguenza si potrà divulgare tutto in modo più facile e con uno spettro più ampio di modi, ovviamente tutto in formato digitale.

Non ci saranno costi di apertura del negozio, del magazzino, non dovremo conservare nulla, e questi non sono vantaggi da poco.
Per realizzare un prodotto di informazione come un videocorso servono alcune conoscenze collaterali: sicuramente si può improvvisare ed ottenere dei risultati, ma con delle conoscenze e delle cose fatte bene si ottengono altri tipi di risultati.

Nel corso che ho realizzato e che si chiama Deus Pecunia ho spiegato tutti i passaggi per dare vita ad un videocorso: ho parlato di quali sono gli strumenti da acquistare (ci sono sempre degli investimenti da fare: se vogliamo realizzare un prodotto professionale abbiamo bisogno di software professionali), l’attrezzatura e come si utilizza, come si fa un buon videocorso, come metterlo in vendita – dato che spesso si spende molto tempo per un prodotto ma poi non si riesce a venderlo – come trovare clienti e come fidelizzarli.

Queste sono cose che si possono trovare qua e là sulla rete ed io le ho concentrate tutte in un unico videocorso realizzato da un unico autore, quindi con un modo di spiegare identico: un aspetto sicuramente positivo perché ascoltare guide di differenti autori può creare confusione, per via dei modi diversi di spiegare e di esprimersi.

Dai un’occhiata al corso e buon divertimento!

firma per computer

Articoli, Blog, SEO

Come Scrivere Un Titolo da Milioni di Visualizzazioni

Ottobre 22, 2018by Christian Salerno (Krikko)Nessun commento
aumentare visite del sito

Oggi parliamo dell’importanza dei titoli: questi ultimi sono fondamentali. Avete presente quando andate a comprare il quotidiano? Ci sono sempre i titoli in alto, questo perché devono attirare l’attenzione. È una fortuna che sia così!

Il caso del giornale è assolutamente trasferibile sul discorso online, la cosa non cambia. Qui ho preso, come esempio – e ne vedremo anche altri – un canale che conosco, anche se sicuramente ce ne sono tanti altri che parlano di curiosità.

Questo è il canale di Quby dove l’utilizzo di titoli interessanti, entusiasmanti, che balzano subito all’occhio, ha permesso di rendere questo canale così grande, con 868.000 iscritti al momento attuale. Andiamoci sopra e vediamo titoli più popolari, che hanno ricevuto milioni di visualizzazioni. Il primo titolo è “10 Ragazze Non Crederai Siano Ancora Delle Bambine“: qui Quby ovviamente ha tolto ogni tipo di congiunzione, ed è una tecnica che si metteva in pratica nel vecchio online marketing, mentre adesso Google ama le congiunzioni, come “che” (parola che prima si tendeva a togliere).

Il secondo esempio è “5 Persone Riprese Usare Superpoteri“, in più con una freccetta rossa e un cerchio. E poi, voi non aprireste questo video? “10 Segreti Di Whatsapp Che Non Conosci”, titolo che mette in evidenza anche la propria conoscenza, facendo porre la domanda: vuoi vedere che io non conosco questo?

Poi “Top 10 Scivoli D’acqua Più Pericolosi e Strani al Mondo”, “5 Trucchi Intelligenti su ANDROID che non Conoscevate”, “15 Coincidenze Assurde”, “5 Cose Che Non Sai A Cosa Servono”.

Che cosa possiamo imparare, quindi? Che i numeri, come 5, 10, 15, sono l’ABC di tutto questo, basti anche vedere “5 Misteriose Creature Marine”, che fa anche vedere un grande mostro in copertina, che all’interno del video non comparirà mai. Già un’immagine di copertina fatta così ed un titolo accattivante spinge ad aprire il video; poi, magari, quando lo apri, resti deluso (1600 dislike!).
Nonostante questo ci rendiamo conto che è un buon modo per crescere con un canale. Invece se andiamo a creare un canale con dei contenuti eccezionali ma con dei titoli di video che non verrebbero aperti neanche da nostro nonno, il problema diventa grave.
Andiamo a vedere un altro canale: si chiama “Il lato positivo“. Gli iscritti sono un po’ meno ma il sistema è lo stesso. Il primo dei video più popolari con due milioni di visualizzazioni si chiama “Che Faresti Per Sopravvivere?“: qui si mette in gioco la propria sopravvivenza.

Il secondo si chiama “9 Indovinelli che solo persone con un QI elevato risolvono“: qui, attenzione, abbiamo un numero dispari. Questi ultimi, come il 9 e il 13 di un altro video, creano maggiore attrazione rispetto a quelli pari.

“Scopri chi è segretamente innamorato di te”, “10 consigli veloci per perdere peso se siete pigri”: è ovvio in questo caso che tutti coloro che sono sovrappeso e non riescono a perdere peso, non hanno voglia di fare attività fisica o andare in palestra. Quindi questi sono tutti titoli di video che ognuno di noi aprirebbe. Si tratta della curiosità dell’essere umano: si dice sia donna ma anche i maschi ce l’hanno. E questi numeri ne sono la conferma, come 1,3 milioni, 1,2.

Come si diceva prima, ci si può impegnare per creare un super video, dargli valore, regalando gratuitamente informazioni assurde con 30 minuti di video. Ma magari cose come queste, di soli 5 minuti, possono fare milioni di visualizzazioni in più.
Se questo personaggio è partner di YouTube, 2 milioni di visualizzazioni corrispondono a 2000 euro circa di introiti pubblicitari. Questo è proprio il metodo di monetizzazione di questo canale di YouTube.

Tornando invece al canale di prima, Quby, possiamo trovare anche altri metodi di monetizzazione. Oltre alle pubblicità, sull’header del canale riusciamo a scoprire un altro canale collegato. Si riesce quindi a trovare tutti i canali di questa persona.

Guardando infatti i video ci si accorge che la voce è la stessa e ha infatti un altro canale, “Infinito“, con un milione di iscritti. In più questo youtuber ha scritto un libro autopubblicato su Amazon e di conseguenza è possibile che monetizzi i suoi video anche attraverso la vendita.

Vediamo se la descrizione dei video offre qualcosa: c’è scritto compra il libro e ci sono dei link che portano ad IBS ed Amazon. Le recensioni però hanno solo una stella, perché evidentemente il libro non è il massimo.

È interessante non solo capire i titoli ma anche gli altri metodi di monetizzazione; in questo caso non è comprensibile tutt’oggi per quale motivo abbia fatto due canali, ma ci è servito per capire che, appunto, non ci sono solo i titoli ma altri metodi di monetizzazione.

Se vuoi veramente migliorare il tuo modo di scrivere titoli accattivanti, io non posso fare altro che consigliarti un libro. È uno dei miei autori preferiti in assoluto, si chiama Joe Vitale e l’avrai sicuramente visto nei video di The Secret. Il libro che ti consiglio di acquistare, del costo di 13 euro (quindi non c’è guadagno!), si chiama “La scrittura ipnotica“. Penso che sia la Bibbia di qualunque copywriter e di qualsiasi persona che voglia generare profitti su Internet.

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